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«Loro sono morti perché noi non siamo stati abbastanza vivi»

Eccoci al 21 marzo. Ancora. A leggere i 950 nomi delle vittime innocenti di mafia per una giornata che è diventata legge e che tutti gli anni prova a mettere a fuoco i numeri spaventosi di una guerra che sembra non dare mai segni di cedimento. E anche quest’anno la giornata si apre con le ingiurie (questa volta scritte sui muri). Questa volta contro Don Ciotti: “Più lavoro meno sbirri” ricorda quella vecchia frase “Andreotti dava lavoro, Caselli no!” scritta sull’autostrada Palermo-Catania nel 1995.

Nel profluvio di parole di oggi, per una mia deviazione verso il recupero di ciò che è già stato detto, c’è un discorso intenso che vale la pena rileggere, è di Gian Carlo Caselli e parte proprio dal senso del recitare il “rosario” dei morti:

Buon martedì.

(continua su Left)