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‘Ndrangheta, si pente Nicola Femia, il boss delle slot in Emilia

Ne scrive Andreina Baccaro per il Corriere:

Il boss Nicola Femia ha affidato ai magistrati dell’Antimafia di Bologna le sue confessioni sugli affari della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna e non solo. Il padrino del processo Black Monkey, che ha sgominato un enorme giro di slot machine truccate tra Bologna e la Romagna, ha intrapreso la strada della collaborazione con la giustizia e lo ha fatto consegnando al pm della Dda bolognese Francesco Caleca quello che sa sui traffici illeciti della ‘ndrangheta, di cui lui è stato personaggio di spicco, con affari dal traffico di droga al gioco d’azzardo.

Per questo le sue rivelazioni, iniziate qualche mese fa, potrebbero far tremare i polsi a imprenditori e politici dall’Emilia- Romagna alla Calabria: Femia sa e conosce molto bene come girano i soldi in molte realtà. Sia per lui che per i suoi familiari sono già scattate le misure di protezione per i collaboratori di giustizia. È iniziato tutto poco prima della sentenza di condanna a 26 anni di reclusione nel processo Black Monkey, pronunciata a febbraio dal Tribunale di Bologna.

In quei giorni, Femia ha maturato la scelta di pentirsi e ha chiesto di poter parlare in carcere con il pm Caleca, che in quel processo ha sostenuto l’accusa, dopo un’indagine complessa che ha incontrato anche ostacoli sul suo cammino, a partire dal reato di associazione mafiosa in un primo momento escluso dal Riesame, ma poi riconosciuto dai giudici di primo grado. A quel primo traguardo per la Dda di Bologna, si aggiungono ora le rivelazioni del boss, che potrebbero aprire altri filoni d’indagine. «Femia ha fatto indicazioni utili — spiega il procuratore Giuseppe Amato — sia a noi che ad altre Procure. Abbiamo inviato a Catanzaro e alla Direzione nazionale Antimafia a Roma i verbali che possono aiutare a far luce su vicende di competenza di quegli uffici».

Contemporaneamente la Dda bolognese sta passando al setaccio le rivelazioni che riguardano l’Emilia-Romagna: dopo le inchieste Black Monkey ed Aemilia, che hanno squarciato il velo su una realtà politicoeconomica che si era sempre considerata immune alle infiltrazioni, presto la Dda potrebbe svelare nuovi affari milionari della mafia in regione. Femia, che a 56 anni ha sul groppone oltre alla condanna per Black Monkey un’altra per traffico di droga a 23 anni e altri processi in Calabria, sa che è destinato a trascorrere il resto della sua vita in prigione.

Il blitz del Gico della Guardia di Finanza di Bologna scattò nel 2013 per lui e altre 29 persone, tra cui i figli e il genero: furono sequestrate 1.500 slot machine truccate che avevano permesso all’associazione di macinare profitti milionari. Nelle carte di quell’inchiesta ci sono le intercettazioni delle telefonate in cui il boss minacciava il giornalista Giovanni Tizian, che per primo parlò degli affari del boss. Adesso è lui stesso a parlare dei suoi affari con i magistrati, ma prima di guadagnarsi la fiducia dei giudici dovrà fornire indicazioni utili e circostanziate.