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Le elezioni a Trapani stanno diventando una barzelletta

Racconta bene la vicenda Il Post:

Negli ultimi mesi le vicende politiche del comune di Trapani, in Sicilia, dove lo scorso 11 giugno si è votato per il primo turno delle amministrative, hanno attirato le attenzioni dei quotidiani nazionali per via di alcune storie di calcolo politico e stratagemmi elettorali insoliti e sorprendenti, che hanno avuto una svolta ulteriormente inaspettata negli ultimi giorni. Il candidato di centrodestra Girolamo “Mimmo” Fazio, che è sostenuto da alcune liste civiche e dall’UdC ed è arrivato primo al primo turno con il 32 per cento, ha detto che se sarà eletto sindaco al ballottaggio rinuncerà all’incarico. Al tempo stesso non si è ritirato formalmente dalle elezioni, impedendo così al terzo candidato più votato al primo turno, il senatore di Forza Italia Antonio D’Alì, di accedere al ballottaggio del 25 giugno. Entro le 12 di oggi Fazio dovrebbe presentare la lista dei propri assessori: se non lo farà – cosa probabile visto che da ieri nessuno riesce a contattarlo e non si sa dove sia – rimarrà candidato per il ballottaggio solo Pietro Savona del Partito Democratico, che al primo turno ha preso il 26 per cento dei voti. Se però l’affluenza al ballottaggio non dovesse superare il 50 per cento, percentuale superata di poco al primo turno, Savona non potrà essere eletto e il comune sarà commissariato.

Le elezioni comunali a Trapani erano già molto strane prima delle vicende dell’ultima settimana: Fazio e D’Alì, due tra i tre principali candidati infatti erano interessati da inchieste giudiziarie, che erano risultate per Fazio agli arresti domiciliari, e per D’Alì all’obbligo di soggiorno. La ragione per cui Fazio – che è stato sindaco di Trapani dal 2001 al 2012 – ha deciso di rinunciare a diventare sindaco riguarda proprio l’indagine dalla procura di Palermo in relazione a un presunto giro di tangenti che riguardano il trasporto marittimo locale. Secondo l’accusa, Fazio avrebbe favorito l’armatore Ettore Morace, amministratore della delegato dell’azienda di trasporti Liberty Lines, che è la più grande compagnia di aliscafi d’Europa, in cambio di tangenti. Morace e Fazio si conoscono e sono legati: la moglie di Morace, Annemarie Collart Morace, era una delle persone indicate da Fazio come futuri assessori in caso di vittoria alle elezioni. A maggio Fazio e Morace sono stati arrestati: Fazio è rimasto agli arresti domiciliari per sedici giorni, fino al 3 giugno, mentre Morace si trova tuttora ai domiciliari.

(continua qui)