Vai al contenuto

Per l’avvocato di Carminati Mafia Capitale è “un processetto”

Sono due, al momento, le date della possibile sentenza del processo Mafia Capitale. La sentenza potrebbe infatti arrivare il prossimo 18 luglio o il 10 settembre. La riserva verrà sciolta nel corso dell’udienza del prossimo 13 luglio, dopo che saranno ascoltate le dichiarazioni spontanee di Salvatore Buzzi. Inoltre il rinvio è stato disposto per ragioni tecniche legate alle intercettazioni.
 
Il difensore del ‘cecato’: “Gli hanno sparato in faccia perché, da morto, doveva diventare l’autore della strage di Bologna”
 
Poi l’affondo della difesa di Carminati, con l’arringa del suo legale Giosuè Naso: “Sfido tutti e cinque i procuratori della repubblica che si sono applicati in questo procedimento a indicarmi qual è il processo nel quale Massimo Carminati viene definito il ‘pirata’ o il ‘cecato’”. “Questo -ha aggiunto il penalista- dimostra che i processi si fanno con quello che scrivono i giornalisti. E poi è un problema di dignità, non porta una benda per apparire affascinante, porta una benda perché gli hanno sparato in faccia a bruciapelo. Non è vero che gli si sparò in macchina, scese con le braccia alzate e gli si sparò in faccia”. Lo stesso avvocato Naso, riguardo al ferimento di Carminati ha poi detto: “Gli agenti della digos gli hanno sparato perché Carminati doveva diventare da morto l’autore della strage di Bologna. Questa è la verità. Se volete cercare rapporti equivoci con le istituzioni cercate in quella direzione. Dopo 240 udienze, questo resta un processetto”.
 
“Nel caveau di Piazzale Clodio cercavano gioielli”. Poi le divagazioni sul ruolo dei militari dei Carabinieri
 
Ed ancora sul celebre furto al caveau di Piazzale Clodio: “Quale lista? Nel caveau cercavano gioielli”. Il penalista ha poi aggiunto che “ammesso che i magistrati che avevano cassette lì ci tenessero dei documenti riservati”, data la caratura istituzionale non si sarebbe certo trattato di carte compromettenti. “Questa -ha aggiunto il difensore- è una ipotesi offensiva nei confronti di persone che stavano ricoprendo cariche istituzionali”. “Sapete perché si è fatto il furto al caveau di piazzale Clodio? – ha spiegato Naso – Perché i carabinieri del nucleo traduzioni avevano provato a fare il furto all’agenzia della Cassazione e siccome erano carabinieri non ci sono riusciti e quindi si sono rivolti a un cassettaro, che gli ha detto facciamola a una agenzia più grande, a Clodio. I carabinieri gli dissero che avevano due giorni di tempo, a partire da venerdì notte, perché il cambio della guardia si faceva il lunedì. Poi il capitano decide di cambiare turno, e il cambio si fece di domenica mattina. La fretta ha fatto si che non si aprissero le cassette che resistevano al primo impatto”.
 
“Dopo  aver messo insieme 10 milioni di carte e la trascrizione di 80mila intercettazioni, questo resta un processetto”
 
“Nei miei confronti vengono utilizzati spesso dei pregiudizi, perché mi sono fatto la fama di provocatore – ha detto ancora l’avvocato Naso – Nel corso della prima udienza mi permisi di qualificare questo processo come un processetto. Dopo 240 udienze, avendo messe insieme 10milioni di carte, censurato 4 milioni di pagine di brogliacci, avendo trascritto 80mila intercettazioni, non ho cambiato il mio giudizio. Questo è un processetto dal punto di vista tecnico-giuridico. Non c’è alcun aspetto che merita un motivo di studio da parte di nessuno di noi difensori. Non c’è un argomento che mi abbia costretto a fare una ricerca giurisprudenziale. Non c’è niente in questo processo”.
 
“Si tratta di un processo farsesco”: poi il confronto con quello Pecorelli: “Sia lì che qui non si è processato un fatto di reato ma si sono investigati degli imputati per quello che erano…”
 
Rivolgendosi al tribunale, lo stesso penalista ha poi aggiunto: “Resta un processetto che però può essere definito con una grande sentenza. Adesso sta a voi. Perché se all’esito di questo mastodontico processetto emetterete una grande sentenza, non solo ristabilirete la legalità ma compierete un’opera di ristabilimento di garanzia dei diritti individuali e della libertà che in questo processo sono stati lesi, financo il diritto di difesa”.  “Un processo farsesco”, ha detto ancora Giosuè Naso. Lo stesso penalista, proseguendo nel suo intervento ha poi fatto un confronto con il processo Pecorelli. “Sia lì che qui non si è processato un fatto di reato ma si sono investigati degli imputati per quello che erano o per quello che qualcuno credeva che fossero -ha spiegato Naso- Ma se quello è stato un processo drammatico, questo è un procedimento farsesco”.
 
“Dal Tribunale mi aspetto una sentenza politicamente scorretta che non tenga conto di niente che possa intaccare il vostro libero convincimento…”
 
Poi la speranza: “Io mi aspetto dal tribunale una sentenza politicamente scorretta che non tenga conto di niente che possa in qualche misura intaccare il vostro libero convincimento e che sia resa in ossequio esclusivamente alle emergenze del processo. Ho questa aspettativa, questa speranza, ma resto con i piedi per terra perché conosco le cose del mondo – aggiunge – Mi auguro che voi emettiate una sentenza che certifichi l’insussistenza di questa presunta associazione mafiosa, e che mandi assolti tutti gli imputati per inconsistenza del fatto”.