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Una nuova figurina nella collezione dei bulli: Macron

Ma ve lo ricordate quando, non sono passate molte settimane, qui da noi erano tutti dalla parte di Macron? Ve li ricordate gli amici del PD che alle elezioni francesi esultavano per “l’uomo nuovo senza partito”, sempre disposti ad aggrapparsi all’uomo salvifico straniero?

Beh, tenetelo bene a mente. Perché ora che Macron sta dimostrando di essere liberale e europeista per finta, con una visione gretta e stretta solo ai propri interessi nazionali, li sentirete tutti cambiare corsia, fingendo di accusare il presidente francese fingendo di non sapere che la zimbellitudine italiana sia figlia soprattutto di una programmazione ristretta che punta al massimo al prossimo seggio o all’autopreservazione nei posti di governo.

La Francia ieri ha perculato (permettetemi la volgarità, non trovo sinonimi) l’Italia, con la decisione della nazionalizzazione dei cantieri di Saint-Nazaire che erano promessi a Fincantieri, perché il governo del nostro Paese anche all’estero è vissuto per quello che è: un’accolita di camerieri che affannosamente tentano di non rovinare l’apparecchiatura sperando che tutto si ripeta alle prossime elezioni. Così, dopo la boutade degli hotspot che la Francia avrebbe voluto creare in Libia, ora il bulletto in salsa francese si diverte a stracciare (temporaneamente, come dice lui) gli accordi con Fincantieri in nome di una “ragion di Stato” che puzza da qualsiasi lato la si annusi.

Ma in fondo è il giusto contrappasso: a forza di fare i bulli si trova sempre qualcuno più bullo che ti epura.

Avanti così.

Buon venerdì.

(continua su Left)