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Ecco come l’amico Al Sisi sta trattando l’avvocato dei Regeni: in cella nudo e torturato

(un articolo importante di TPI)

Il 13 settembre era stata confermata la decisione dell’Egypt’s State Security Prosecution (SSP), il tribunale di sicurezza nazionale legato al ministero dell’Interno egiziano, di tenere prigioniero per  giorni Ibrahim Metwally, avvocato del team legale della famiglia Regeni al Cairo.

Mohammed Lotfy, responsabile della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (ECRF), ha dichiarato a TPI che oggi è stata deciso il rinnovo della detenzione per altri 15 giorni.

“Metwally ha raccontato ai nostri avvocati di aver subito torture durante il suo periodo di detenzione nella sezione di massima sicurezza Scorpion, del carcere di Tora, a sud del Cairo”, ha detto Lotfly.

“Gli sono stati tolti tutti i vestiti e il suo corpo è stato sottoposto a scosse elettriche. È in isolamento, senza energia elettrica, e la cella è piena di spazzatura”.

Inoltre, secondo quanto riporta Lotfy, un comitato delle autorità per gli investimenti, accompagnato da responsabili della sicurezza statale e dalla polizia, ha fatto irruzione nel suo ufficio di ECRF.

“Hanno annunciato di voler chiudere la società e porla sotto sigilli. L’avvocato che era presente al momento dell’irruzione ha spiegato loro che si tratta di un studio legale e solo per questo motivo al momento hanno desistito”.

Lotfy, che ha collaborato e tuttora collabora con Ibrahim Metwally al caso di Giulio Regeni, ha spiegato che il comitato ha annunciato l’intenzione di tornare la prossima settimana.

Lo stesso comitato aveva ispezionato gli uffici di ECRF a ottobre del 2016, pubblicando una relazione nella quale si rilevava nello studio la presenza di volumi sui diritti umani e sulle sparizioni in Egitto, attività dai contorni politici e pertanto distante da quella prevista per uno studio legale.

“Questa notte o domani verrà pubblicata una dichiarazione del comitato”, ha concluso Lotfy.

Metwally è accusato di avere stabilito un canale di comunicazione con non meglio precisate entità straniere, allo scopo di mettere in pericolo la sicurezza dell’Egitto. L’avvocato è rinchiuso a Tora dal 10 settembre, giorno di cui si erano perse le tracce dell’uomo.