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Fuori dalle balle (della Lega)

Sono tanti i motivi per cui credo che votare al referendum leghista di Veneto e Lombardia sia un pessimo modo di legittimare una farsa. Tra gli altri, come scrive bene Stefano Catone qui, vale la pena smascherare qualche punto:

 

Se vince il Sì, «Regione Lombardia avvierà il percorso istituzionale per ottenere maggiore autonomia, vale a dire più competenze e più risorse, nell’ambito del cosiddetto RESIDUO FISCALE, ovvero la differenza tra le tasse pagate allo Stato e quanto lo Stato restituisce sul territorio».

Balle. La materia fiscale non è tra le competenze oggetto del referendum e non può neppure essere oggetto di referendum. Balle al quadrato.

Col voto elettronico si ha «la garanzia della segretezza e della sicurezza del voto».

Altra balla. Il voto elettronico offre scarse garanzie, che si riducono ai minimi termini se pensiamo che la società che gestirà le operazioni è la più screditata del mondo.

Siccome oltre venti materie non sono abbastanza e siccome – soprattutto – bisogna metterci un pizzico di immigrati, «La Lombardia intende altresì esercitare un’energica azione politica al fine di ottenere un’ancora più ampia competenza da declinare sul proprio territorio in materia di sicurezza, immigrazione ed ordine pubblico».

Falso. Sono competenze esclusive dello Stato. Da segnalare che Formigoni (ci tocca citare Formigoni, pensa te…), nel 2007, individuò dodici materie da portare al tavolo delle contrattazioni.

Dopo averci spiegato che cos’è il «RESIDUO FISCALE» (lo scrivono sempre in maiuscolo), dicono che «A seguito dell’esito positivo del referendum la Regione si propone di trattenere almeno la metà del RESIDUO FISCALE (vale a dire 27 miliardi) per finanziare le nuove competenze oggetto di trattativa con il Governo».

Il «RESIDUO FISCALE» non c’entra nulla, l’abbiamo già spiegato. Altra balla al quadrato.

Come si dice a queste latitudini «föra di ball», cara Regione Lombardia. Il referendum è uno strumento che deve stare saldamente nelle mani del popolo, perché questo possa rivendicare la propria sovranità, temporaneamente delegata. Se diventa uno strumento nelle mani del potere, allora il fine diventa plebiscitario, snaturando la natura stessa dell’istituto e svilendo l’importanza del voto.

Non partecipiamo alla farsa, lasciamoli alle loro balle.

 

(il post di Catone è tutto qui)