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«Fammi toccare le tette»: le “molestie” non esistono ma Tavecchio sì (e ci sono anche le prove)

Sedetevi con calma e leggetevi tutto l’articolo della bravissima Federica Seneghini sulle molestie subite da una dirigente sportiva dal signor Tavecchio. Leggetela bene perché c’è dentro tutto: c’è il motivo per cui si denuncia ora (per i duri d’orecchie) e c’è tutto il sistema di fallocratici che in questi giorni si impegna a non parlare delle violenze ma a analizzare (per delegittimare) le vittime. Buona lettura. Buona riflessione.

 

«Ero entrata nel suo ufficio per parlare di calcio, di lavoro. Lui mi ha fatto entrare, mi ha fatta sedere alla sua scrivania, nella sede della Figc, a Roma. Non ho fatto nemmeno in tempo a dire “Presidente, come sta?” che lui, guardandomi dritta negli occhi, mi ha risposto: “Ti trovo in forma, si vede che scopi tanto”. E poi: “Fammi toccare le tette, vieni, dai”. Ero in imbarazzo. Ho provato a dirgli di smettere. Lui per tutta risposta ha chiuso le tende dello studio, per non correre il rischio di essere visto. L’ho respinto, sono riuscita a divincolarmi. Ed è solo un episodio. Gliene potrei raccontare molti altri. Le molestie che sono stata costretta a subire da Carlo Tavecchio sono accadute in tempi recenti».

 

Comincia così il racconto di Maria (il nome è di fantasia ndr). Una dirigente sportiva, una professionista, una donna. Molestata da quello che, da ieri, non è più il presidente della Figc. E sono molestie che duravano da tempo, racconta al telefono al Corriere. E mentre lo fa le trema la voce, perché è scossa, provata, è tesa da giorni. «Si tratta di violenze anche morali, psicologiche. Episodi recenti, mica riferiti a vent’anni fa, come è successo per certi attori di Hollywood». Ha paura, anche. E per quello chiede di rimanere anonima. Ma non ha dubbi che ora, dopo l’ondata di denunce e polemiche che dagli Stati Uniti è arrivata in Italia, sia finalmente il momento di parlare.

 

«E non è più pensabile che una donna che vuole lavorare, che vuole parlare di calcio, sia costretta a subire violenze di questo tipo — continua —. Molte ragazze in passato hanno provato a denunciare, a raccontare. Ma senza prove non vengono credute. Io invece quelle prove ce le ho, audio e video, e ieri le ho consegnate al mio avvocato, dandogli il mandato di presentare denuncia alla Procura della Repubblica».
«Come sappiamo una violenza sessuale deve essere denunciata entro sei mesi per essere perseguibile», spiega al Corriere il legale Michele Cianci. «Ma qui possiamo ipotizzare diversi tipi di reato. Nelle registrazioni ci sono palpeggiamenti, tentativi di bacio, sempre elegantemente respinti dalla mia assistita».

 

Serve alzare la voce. «Quando ho saputo che l’intenzione di Tavecchio sarebbe quella di riciclarsi in un’altra posizione, magari con i Dilettanti, non ho più avuto dubbi che fosse arrivato il momento di parlare», spiega ancora Maria. Poi si ferma. Respira forte nella cornetta. «Questo palazzo, il palazzo della Figc, va rifondato e ricostruito partendo dalle fondamenta. Bisogna azzerare il sessismo che c’è qui dentro. E spero che la mia testimonianza possa servire ad altre donne che hanno subito violenze di questo tipo a farsi avanti. Bisogna trovare il coraggio e parlare».

 

(fonte)