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Inquieta la normalità, del fascismo

Il fascismo di ritorno ha le facce un po’ beote e tutte strizzate per provare a incutere timore di quella quindicina del Veneto Fronte Skinhead che fa irruzione nel bel mezzo di una placida riunione di Como Senza Frontiere, una rete di associazioni che si occupano di migrazione.

Con i crani pelati, il bomber nero entrano con passo da parata militare nella stanza e il “capo” si mette a declamare, con ritmo da recita di fine anno alla scuola materna, un delirante comunicato su turbocapitalismo, sostituzione etnica, di migranti, di razza, di patria.

Stupiscono alcuni punti.

La normalità con cui i rappresentanti delle associazioni evitano di prestare il fianco alla provocazione. È una calma dei giusti che smutanda fin da subito i neofascisti. Di fronte alla fermezza gentile, lasciati a marcire nel sottovuoto spinto delle loro stesse parole alla fine coloro che vorrebbero apparire “duri” sembrano pulcini bagnati.

Peggio ancora stupisce la normalità con cui questi ceffi, invece, si sentono in diritto di manifestare le proprie opinioni (illegali) con modalità illegali. Questi si sentono in dovere di fare ciò che fanno ma, peggio ancora, credono di averne il diritto.

E se il fascismo diventa “normale” non è solo per colpa della recrudescenza di certi gruppi: è l’antifascismo che avrebbe bisogno di una rispolverata. Che poi, a pensarci bene, basterebbe applicare la Costituzione.

Buon giovedì.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2017/11/30/inquieta-la-normalita-del-fascismo/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui.