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I fake bot che esultano per le casette (finte) avute (per finta) dopo il terremoto (vero)

Io non so esattamente secondo quale principio o quale scala dei valori decidiamo che una fake news sia orripilante e meriti di urlare tutto l’orrore del mondo rispetto ad altre che invece scivolano via come lemonsoda sulla tovaglia cerata. Personalmente trovo comunque che questi account (finti) che esultano per le casette (finte) avute (per finta) dopo il terremoto (vero) siano l’apice della sgradevolezza filogovernativa. E chissà perché non mi stupisce che se ne parchi così poco rispetto a altro.

Ne parla David Puente (bravo David) sul suo blog:

Proprio ieri avevo fatto i complimenti all’amica Stefania Carboni per il suo articolo riguardo i “fake bot” (per intenderci estremamente semplici “utenti falsi gestiti in maniera automatica“) che su Twitter avevano pubblicato nel tempo messaggi riguardo le casette del terremoto. Si parla di account creati da qualcuno dopo aver “rubato” le identità altrui sfruttando le loro foto, una pratica che riscontro ormai da anni visto che certe “piovre delle panzane” diffondevano contenuti in quel modo (vi ricordo il caso recente di “Adessobasta“).

Stefania riposta il tweet di “Raimondo Campanella” del 28 dicembre 2017 che contesta quellodell’account “Carla” del giorno prima:

Carla: “È una notte speciale x me perché stanotte dopo oltre 5 anni dal sisma dormo x la prima volta a casa mia.E mi andava di condividerlo con voi.”

Raimondo: “Fate schifo. Vi segnalo.”

Come riporta Stefania, la frase twittata da “Carla” è uguale a quella di altri account e diffuso nel corso degli anni. Nel tweet di “Raimondo” troviamo qualche esempio (riscontrabile qui), vi riporto i suoi screen e un elenco degli utenti.

Ecco i nomi e i link ai loro profili:

Che cosa hanno in comune tra di loro? Elenchiamo ancora:

  • molti sono stati creati nel gennaio 2012, qualcuno nel marzo dello stesso anno o del gennaio 2011;

  • hanno almeno una dozzina di migliaia di follower;

  • pubblicano in continuazione tweet con frasi banali (“Io amo chi sa strapparti un sorriso“), quasi da “perdi tempo“;

  • l’email usata per la gestione dell’account (tranne quelli evidenziati con un asterisco rosso *nell’elenco precedente).

(trovate tutto qui)