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La Befana fascista e la memoria che desiste piuttosto che resistere

«Questa mattina festa di CasaPound in piazza a Roma, quartiere Magliana, per festeggiare l’Epifania. Perché il popolo italiano deve tornare ad essere una comunità organica di destino»: il messaggio campeggia in testa alla pagina Facebook di CasaPound Italia (che non linko per una questione di igiene intellettuale) insieme alle foto di bambini sorridenti mentre scartano i regali che i neofascisti hanno deciso di distribuire ieri a Roma. Ogni pacco un logo del partito: così la felicità di scartare un gioco diventa subito testimonial inconsapevole di politica turpe.

Qualcuno si è scandalizzato (sempre troppo pochi, sempre troppo poco) mentre altri hanno cercato di minimizzare dicendo che non c’è nulla di male nel fare propaganda distribuendo regali. Dicono che non ci sia nulla di vergognoso nel rendere felici i bambini.

Il problema è che il fascismo (così come altri mali storici di questo Paese) trova terreno fertile quando scova l’occasione di infilarsi nelle dimenticanze di un Paese che studia troppo poco, che ricorda troppo poco e che fiero della propria ignoranza minimizza eventi che non riesce a comprendere in pieno.

Allora ecco qui il Giornale Luce B0399 di gennaio, 1934. Guardatelo bene. Poi, da soli, domandatevi se eravate a conoscenza di una pratica che ha un preciso significato politico, riproposta oggi. Rispondetevi da soli, non è questo il punto. Ma non dimentichiamo che il “male”, spesso, ha un’ottima memoria che gli permette di riemergere quando la memoria degli altri invece è fiacca. Quando si desiste, al posto di resistere.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2018/01/08/la-befana-fascista-e-la-memoria-che-desiste-piuttosto-che-resistere/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui.