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Le domande che Giovanni Falcone avrebbe voluto fare a Roberto Fiore

(A proposito di legalità di cui tutti si sciacquano la bocca (soprattutto a destra) vale la pena leggere il pezzo di AntimafiaDuemila. E magari chiedergli le risposte. Perché oltre al nero del neofascismo c’è anche il nero delle responsabilità penali di cui troppi dimenticano di scrivere.)

Giovanni Falcone, nel 1987, avrebbe voluto interrogare Roberto Fiore, terrorista nero che oggi è diventato il leader di Forza Nuova e all’epoca si era rifugiato in Inghilterra, per porre alcune domande nell’ambito dell’inchiesta sui delitti politici, ed in particolare quello di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione siciliana ucciso il 6 gennaio 1980. A far riemergere il fatto è oggi il quotidiano La Repubblica con un articolo a firma del collega Salvo Palazzoloriportando le domande contenute in uno dei documenti che oggi sono conservati nell’aula bunker dell’Ucciardone tra le carte dell’“Ordinanza sentenza contro Greco Michele + 18, Volume 4, pagina 615”.
Falcone, all’epoca giudice istruttore, credeva che Fiore, esponente di Terza Posizione, conoscesse i termini di uno “scambio di favori” fra la mafia ed i neri.
L’ipotesi investigativa era che i terroristi dei Nuclei armati rivoluzionari, con Giusva Fioravanti in testa (anche se poi venne assolto), avrebbero ucciso Mattarella avendo come contropartita un aiuto per far evadere dal carcere il militante neofascista Pierluigi Concutelli. Un progetto, quest’ultimo, di cui proprio Fiore si sarebbe occupato alla fine del 1979, assieme a Francesco Mangiameli (poi ucciso dai Nar).

Dunque Falcone avrebbe voluto interrogare Fiore ed aveva anche avviato una rogatoria che fu ammessa dalle autorità inglesi soltanto dopo diciassette mesi e senza la presenza del giudice ucciso a Capaci nel maggio 1992.L’interrogatorio di Fiore ebbe luogo il 22 dicembre 1987 davanti alla corte londinese di Bow Street e Falcine, che lesse le risposte date da quest’ultimo, annotò: “Le risposte sono state estremamente generiche, ma purtroppo l’assenza del giudice istruttore non ha potuto colmare le evidenti lacune”.
Fiore rispose di aver incontrato Mangiameli “fra il 1978 ed il 1979”; di aver incontrato “poche volte, casualmente, in strada o al bar” Valerio e Cristiano Fioravanti; di “non ricordare” se aveva presentato Mangiameli a Valerio Fioravanti; di “aver letto sui giornali” del piano per l’evasione di Concutelli; e di“non sapere nulla sull’uccisione di Mattarella”. Risposte brevi, concise, a cui Falcone avrebbe voluto dare un seguito in particolare contestando a Fiore le parole di uno dei pentiti di Terza Posizione, Mauro Ansaldi. Questi disse che Fiore gli confidò che “dietro Fioravanti c’erano la P2 e Gelli”.

(fonte)