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Mafie Maschere E Cornuti: la recensione di Diego Mesi

(fonte)

Ridere per non avere paura, per infrangere gli specchi dell’autorappresentazione. Ridere per contestare, per mettere in discussione un sistema di potere – più o meno legittimo – e indurre alla riflessione lo spettatore, chiamarlo in causa partendo dalla coscienza. Come un giullare moderno, l’attore Giulio Cavalli ha coinvolto e conquistato la platea cremasca con Mafie maschere e cornuti, in scena venerdì 16 marzo al san Domenico di Crema.

Ridere, antiracket culturale
Doppia replica per il pubblico cremasco: la mattina dedicata alle scuole, la sera per tutti gli interessati. Più che uno spettacolo, un’analisi collettiva per provare a comprendere il fenomeno della criminalità organizzata attraverso i volti e i nomi che ne hanno costituito la narrazione, fino ai giorni nostri. Cavalli scardina icone e stereotipi giocando la carta della comicità, “perché ridere di mafia è un antiracket culturale. E le mafie, come tutte le cose terribilmente serie, meritano di essere derise”.

Verso il 21 marzo
L’evento promosso dal presidio Libera Cremasco in collaborazione con la Pro Loco, il Comune e il Comitato per la promozione dei principi costituzionali conclude la rassegna Cento passi verso il 21 marzo. Il prossimo appuntamento sarà proprio la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Mercoledì 21 marzo alle 18.30 Libera sarà in piazza Duomo per leggere i nomi di chi ha perso la vita per mano della criminalità organizzata, da nord a sud.