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Bomba o non bomba

Nella giornata di ieri, mentre tutti discutevano delle baruffe tra Salvini e Di Maio e la stampa si riempiva di editoriali zeppi di consigli su cosa dovrebbe fare il Partito democratico una bomba dentro la sua auto ha maciullato Matteo Vinci, 42 anni, e gravemente ferito il suo settantacinquenne padre. Una bomba come quelle che da noi si osavano solo nei tempi peggiori quando vigeva prepotente il senso di impunità se non addirittura la convergenza di interessi con lo Stato. Matteo Vinci, secondo le prime ipotesi della Procura, avrebbe avuto un diverbio con un vicino parente di qualche cognome importante. Le parole degli inquirenti lasciano pochi dubbi: “le cosche stanno alzando il livello”, hanno dichiarato. Una bomba, di quelle vere, che esplodono davvero e che procura un dolore e un rumore che tutti dovrebbero girarsi a guardare, parlarne, cercare di capire.

Ieri in Calabria sono stati arrestati Carmelo Ficara, Francesco Andrea Giordano, Michele Surace e il figlio Giuseppe, tutti nomi che contano nel campo delle costruzioni a Reggio Calabria e in provincia. “Imprenditori”, come si fanno chiamare. Eppure sono accusati di essere i prestanome e i riciclatori della cosca dei Tegano, una famiglia mafiosa che nonostante passino le generazioni non sempre perde lo “smalto”.  Hanno cementificato la provincia reggina. Gli hanno sequestrato beni per un valore di cinquanta milioni di euro. Cinquanta milioni di euro.

Ieri a Palermo è stato arrestato Pietro Formoso, fratello dei due Formoso che furono condannati per la strage mafiosa a Milano nel 1993. Secondo le indagini Formoso deciderebbe (a nome di Cosa Nostra) quali filetti devono stare sulle nostre tavole. Dalle intercettazioni si capisce anche che il latitante Matteo Messina Denaro preferisce invece investire sull’olio extravergine. Quello che mangiamo, noi.

Aspettiamo con ansia e poca speranza l’indignazione e le soluzioni da parte di chi brama il governo per risolvere “le paure degli italiani”. Aspettiamo con ansia che di mafia, anche solo per sbaglio, se ne senta parlare anche da parte dei papabili leader. Aspettiamo con ansia che questo Paese non abbia bisogno delle carneficine per svegliarsi magari tenendo conto anche di tutte le carneficine che già sono state. Aspettiamo con ansia che qualcuno si occupi del tema delle mafie e magari che faccia in modo che le mafie smettano di occuparsi di noi.

Buon martedì.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2018/04/10/bomba-o-non-bomba/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.