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Se l’opposizione è lasciata a Tony Nelly

È un caso piccolo ma significativo di come la superficialità sia una mendace arma politica di governo e d’opposizione: per dimostrare che il Decreto Dignità voluto dal ministro Di Maio fosse un boomerang contro le assunzioni Repubblica corre a intervistare un utente twitter che risponde al nickname di Tony Nelly su Twitter (tanto per partire subito con il piede giusto a proposito di credibilità) che racconta beatamente come il decreto del governo avrebbe contribuito al suo licenziamento presso una filiale della Cariparma Crédit Agricole poiché, spiega, ha già usufruito dei 24 mesi di lavoro a tempo determinato e “un’assunzione a tempo indeterminato rischierebbe di ingessare troppo l’azienda”.

Apriti cielo. Tony Nelly viene sventolato come bandiera del fallimento del Decreto dignità e in poche ore rimbalza sulle home page di quegli stessi giornali che tutti i giorni ci mettono in guardia dal web (come se fosse un individuo e non semplicemente uno spazio) e dalla propaganda.

Passa un giorno e la Cariparma Crédit Agricole invia a Il Fatto Quotidiano una bella lettera di smentita: Simone B. (alias Tony Nelly) si sarebbe licenziato spontaneamente nel febbraio 2017 (parecchio prima delle elezioni) per accettare un contratto a tempo determinato presso un’altra azienda.

Una bufala in piena regola, insomma, di quelle che se avvenissero su un siterello qualsiasi provocherebbero l’orrore sdegnato degli stessi editorialisti che in questi anni ci hanno voluto insegnare che le fake news siano un obbrobrio tutto di questi anni e non una modalità che esiste dalla nascita della parola.

Ciò incuriosisce però è l’uso strumentale che di Tony Nelly ne ha fatto un pezzo dell’opposizione, quella che si è auto incoronata come argine del populismo: non è tanto il fatto che abbiano scelto un testimonial falso ma soprattutto che la critica a un decreto del governo abbia bisogno di un caso particolare per essere avvalorata come se le analisi approfondite o le controproposte all’azione di Di Maio non siano efficaci e doverose da un’opposizione che si definisca tale. Come nel famoso monologo di Fo in Mistero Buffo par di vedere il capo dell’opposizione chiedere di gran foga di andare in giro a scovare un neo disoccupato da offrire alla folla, riducendo il tutto a un misero reality show.

Fatevi due conti di quanto possa essere persuasiva un’opposizione basata su Tony Nelly. Immaginate quello che ci aspetta.

Buon venerdì.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2018/08/10/se-lopposizione-e-lasciata-a-tony-nelly/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.