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Vecchi comici stantii

«Chi siamo? Siamo pieni di malattie nevrotiche, siamo pieni di autistici, l’autismo è la malattia del secolo. L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Aspengher (sic) c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un cazzo con quello che sta dicendo, (risate) hanno quel tono sempre uguale. C’è pieno di psicopatici…».

Parole, opere e omissioni di Beppe Grillo che sul palco della festa del Movimento 5 stelle al Circo Massimo ha deciso di fare satira nel modo più banale, un po’ come Salvini è abituato a fare politica: facendo il bullo usando le fragilità come vergogna da deridere.

«Silvio! More o bionde?» «Entrambe, basta che la diano».

Parole, opere e omissioni di Silvio Berlusconi, sorretto dalle sue guardie del corpo che ormai sono badanti travestiti da Men in black mentre sfoggia un sorriso bianchissimo che gli sbriciola il cerone seccato sugli spigoli della bocca.

Sono gli stessi comici da vent’anni, sempre loro, che non fanno più ridere nessuno e ancora credono di essere esilaranti come quegli anziani zii che ci tocca sorbire alle cene di Natale, quando tutti ridono perché ormai è così e non lo cambia più nessuno. Sul primo (Grillo) almeno ci pensano Conte e Di Maio a smentirlo subito dopo il suo intervento, trattandolo come il vecchietto svoltolato che fa ridere tutti giù in osteria. Sul secondo (Berlusconi) invece addirittura resiste tutta una gerarchia di servitori: potere del soldo.

È la comicità degli incapaci, quella che non riesce a puntare al sorriso senza bisogno di calpestare qualcuno. Per loro la stoccata deve avere per forza il rumore del bastone e del cranio, più lievi non riescono. Così ogni giorno si irride qualcuno trascinando tutta una categoria (autistici, malati, donne, eccetera) sentendosi fighi perché sani, perché maschi, perché bianchi, perché forti.

Le stesse disgustose battute stantie per tutti questi anni, tanto che ti aspetteresti a questo punto vedere rispuntare persino una Cuccarini a comiziare con la leggerezza di una televendita. E la Cuccarini, infatti, due giorni fa ha dichiarato:

«Foa mi ha aperto gli occhi su quanto l’informazione sia manipolata» e poi «l’economista Bagnai ha il dono della chiarezza» e poi «Savona? Uno dei pochi di spessore internazionale».

Oddio. Ci manca solo Umberto Smaila. Eccolo:

«Noi abbiamo le Ferrari, Dolce e Gabbana, Ronaldo, il Sassicaia e Moody’s ci declassa. L’India dove milioni di individui vivono tra escrementi di vacca ai limiti della sopravvivenza ha un’economia in grande considerazione per i mercati! Continuano a prenderci per il culo».

Che sapore di nuovo, questo futuro. E poi ci stupiamo che temano i libri.

Buon martedì.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2018/10/23/vecchi-comici-stantii/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.