Vai al contenuto

Cambia il tempo ma noi no

Ma cosa sta succedendo in Italia? Quello che qualcuno prova a urlare da anni, ciò che Trump e altri continuano a negare rendendo felici i loro feroci elettori. Non è una disgrazia, non scherziamo. Basta fare un giro anche sulle pagine istituzionali per rendersi conto che nonostante la politica fatichi ad accorgersene (la politica tutta, di questi ultimi vent’anni) il baratro è già qui. Basterebbe farsi un giro, che ne so, sulle pagine dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, roba di Stato, per rendersi conto che tra emergenze percepite e allarmi elettorali esistono g

“Climate is what you expect, weather is what you get” (Edward Lorenz, 1961)

Rapidi cambiamenti del clima sono stati osservati dagli scienziati sin dalla metà  del secolo scorso. Il clima terrestre è soggetto a fluttuazioni stagionali, decadali e secolari che dipendono da cause naturali come l’orbita terreste, la radiazione solare, la circolazione degli oceani e le eruzioni vulcaniche (variabilità  climatica). Nel corso degli ultimi anni tuttavia mutamenti più profondi e rapidi del sistema clima sono stati determinati dall’uomo, principalmente tramite la crescente emissione di gas serra in atmosfera. Con la prima conferenza mondiale sui cambiamenti climatici del 1979 gli scienziati hanno cominciato a interrogarsi su come prevedere e prevenire potenziali i cambiamenti di natura antropica e che potrebbero avere un effetto negativo sul benessere dell’umanità.

Il quinto rapporto IPCC

L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) è il massimo consesso mondiale di esperti sul clima. L’IPCC ha il compito di valutare l’informazione disponibile nei campi scientifico, tecnico e socio-economico legati ai cambiamenti climatici, ai loro possibili impatti e alle opzioni di adattamento e di mitigazione. L’ultimo rapporto IPCC del 2014 (AR5) conferma che il clima terrestre si sta riscaldando (la temperatura media sulla superficie terrestre è aumentata di circa 0.6 °C nell’ultimo secolo) e che l’influenza umana sul sistema climatico è evidente.
I cambiamenti climatici comportano non solo un riscaldamento del clima globale (global warming) ma anche un’intensificazione del ciclo idrogeologico. A livello globale questo comporta un aumento dell’evaporazione e della precipitazione. A livello regionale, gli impatti dipendono dalla regione. Il bacino del Mediterraneo è ritenuta un’area particolarmente vulnerabile (hot spot) ai cambiamenti climatici.
Per il futuro, a un ulteriore aumento delle emissioni di gas serra potrebbero essere associati altri mutamenti significativi rispetto al passato, come un ulteriore riscaldamento, modificazioni della quantità  e del tipo delle precipitazioni, aumento del livello del mare e cambiamenti nella frequenza e nella quantità  degli eventi climatici estremi (alluvioni, siccità, cicloni, ecc.). Anche se la crescita delle concentrazioni dei gas-serra nell’atmosfera fosse arrestata durante questo secolo, i cambiamenti climatici e l’innalzamento del livello del mare determinati dalle passate, attuali e future attività  umane continuerebbero per secoli.