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Per promettere un ponte servirebbe almeno un fiume

Il commento che ha ottenuto più successo (quasi 600 like) è quello di Francesco Romito: «Annullate sto Ca… di reddito di cittadinanza..!!! E trasformateli in sgravi x le assunzioni!!!», scrive. Sono le reazioni alla notizia che l’Italia ha deciso di aprire la trattativa con l’Europa sul deficit per la prossima manovra finanziaria e per una volta vale la pena leggerne qualcuno perché rende bene l’idea di come sia facile promettere e terribilmente difficile governare.

Ma andiamo avanti, sempre sulla pagina Facebook del capitano Salvini scrive Marianna Orlando: «Dovete spiegare cosa state facendo, perché siete passati da “non cambieremo una virgola” a scendere di 0.36 punti? Perché da “fuori dall’euro e dall’EU ” siete passati a “l’euro ce lo teniamo e cambiamo l’EU dall’interno”? Se non spiegate, rischiate di perdere un mare di voti alle prossime elezioni europee!!!». Andreas Italia: «Vergogna.
2.0 . Uno scandalo. Avete fatto mesi di pagliacciate e questa è la resa dei conti. Inchinati come servi.»

Sia chiaro, chi commenta è tutta gente che sostiene questo governo (in particolare la Lega) con almeno un post al giorno. «Avete già calato le braghe due volte e ancora state trattando. Ci avete traditi.», scrive Daniela Mercandelli. Meno diplomatico un sostenitore da Como che Salvini ce l’ha nell’immagine del profilo: «”Ma andate a cagare! Già la manovra economica prima al 2,4%, con le cose fatte a pezzi, senza investimenti e prettamente assistenzialista faceva pena, figuriamoci ora che dovete tagliare per arrivare al 2%. La Francia fa quello che vuole, mesi di proclami contro l’Europa, non arretriamo di un millimetro bla bla bla e poi ci mettiamo a 90! Siete un bluff! E lo dico da elettore deluso! Il mio voto al prossimo giro ve lo scordate!”.»

Marianna ha la solita bandierina italiana nel profilo e scrive: «Delusa. .. tanto tanto delusa. .. vi siete piegati al volere di persone che ci umiliano dalla mattina alla sera. .. dovevate imporvi sul 2.4 (già misero così) invece siete andati là, oggi, a dire l’ennesimo SI SIGNORE…. a che serve votare se poi decidono sempre loro se e x quanto tempo ancora dobbiamo vivere?!?!?!?!…». È geniale invece Gigi da Napoli, evidente esperto di politica internazionale, sentite qua: «Non mi sembra fossero questi gli slogan pre elettorali signor Ministro, non dobbiamo preoccuparci di evitare sanzioni dei burocrati europei, ma imporre la nostra volontà di grande Stato come ben sa il dottor Bagnai e far ripartire l’economia con il debito…. Se non gli sta bene, allora fuori… Subito… A Gerusalemme mandi gli eurocrati che nulla hanno da fare, noi pensiamo all’Italia e a rinsaldare rapporti con Stati che davvero ci possono aiutare, leggi Russia, Iran, ecc… Saluti».

C’è anche qualche europeista dell’ultim’ora, come Gianluca: «Ignoranti, sapete il caos e l’inflazione che si crea se usciamo dall’Europa? Noi non dobbiamo uscire dall’Europa ma dobbiamo essere i comandanti dell’Unione Bravo Matteo! 💚». Fino al commento definitivo: «Siete solo chiacchiere e distintivo».

E il senso delle promesse a vuoto è tutto qui: si soffia sul fuoco per scaldare i risultati elettorali e poi ci si lamenta se scoppia l’incendio. È una storia vecchia come il mondo, fatta da sempre di grandi aspettative, di odio smisurato e poi di un’inevitabile sconfitta davanti alla realtà. Prima di promettere un ponte, insomma, bisognerebbe controllare almeno che ci sia un fiume.

Buon venerdì.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2018/12/14/per-promettere-un-ponte-servirebbe-almeno-un-fiume/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.