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«Grottesco, disturbante, disumano ma così reale.» Alessandra Fontana recensisce Carnaio

(fonte)

– Grottesco – 

Carnaio di Giulio Cavalli (Fandango editore) è un libro che non può lasciare indifferenti. Grottesco, irriverente e anche inquietante. La storia è quella di DF, un paese,  o meglio un’isola che assomiglia drammaticamente a Lampedusa, gli abitanti non lo sanno, ma la loro tranquillità verrà sconvolta per sempre. A trovare il primo cadavere è un pescatore, da DF non si è mai mosso, cerca di tirare avanti con la moglie e… dietro si portano un dolore enorme: quello di non essere riusciti ad avere figli.

Il primo cadavere ritrovato è di un ragazzo, difficile individuare la provenienza, il mare l’ha consumato, slavato… snaturato. Ma quello non è l’unico cadavere a DF, a pochi giorni di distanza ne viene trovato un altro e poi un altro ancora. In commissariato si scherza, si ride di quei corpi senza nome e senza storia, si ride delle reazioni delle persone. La TV locale cerca lacrime, paura e indignazione per i primi corpi ma poi… poi succede qualcosa di ancora più terribile, qualcosa che non si può controllare.

Carnaio è così: è continuare a leggere aspettandosi il peggio e il peggio arriva sul serio, perché  il 4 aprile l’onda travolge tutto e tutti.

 Il quadro generale si ebbe quando i primi elicotteri si alzarono per sorvolare la zona, furono prima due e poi il cielo si riempì, e offrirono la città vista dall’alto:DF era ricoperta di cadaveri e qui il lettore deve cimentarsi in uno sforzo di immaginazione figurandosi corpi che non sono morti come si sdraiano i morti appoggiati sulla strada come in una banale strage ma nel nostro caso sono un’onda di carne, senza corpi, a forma di massa, non tutta contenuta nella forma intellegibile di esseri umani, che sommerge la città per un’altezza di almeno cinquanta centimetri nella zona bassa e poi come strato più sottile nelle zone collinari, morti per terra che coprono interamente i giardini, le strade, impigliati sui muretti e gli alberi e tra le ruote delle auto parcheggiate e a riempire fino all’orlo le fontane, corpi che impedivano di rientrare in casa coprendo gli usci fino alle maniglie e che occludevano l’uscita delle abitazioni e dei ristoranti e degli uffici, corpi come fango che avevano sfondato le siepi e le recinzioni di ordinati  giardini e le vetrine dei negozi e i gazebo dei bar sul lungomare.

Le cose si complicano quando le ondate si moltiplicano e i personaggi del libro che avevamo appena cominciato a conoscere sembrano scomparire in quel mare di carne, esistono solo in relazione ai cadaveri spiaggiati.   Quello descritto da Cavalli è un paese tipico: i politici rimandano i problemi della domenica al lunedì, i poliziotti non vogliono “rotture di scatole”, i giornalisti fanno vera e propria opinione, anche ora che in atto c’è un vero e proprio sciacallaggio e poi c’è il medico del paese. Quello che ha visto  tutti i bambini nascere e i vecchi andarsene. Ma uno spettacolo così Quinto non l’ha mai visto e a stento riesce a trattenere i conati quando si trova di fronte quella marea di corpi.

Carnaio - Giulio Cavalli - Fandango libri

L’onda di morti ha ucciso anche quattordici persone del posto e così i morti che vengono dal mare diventano “quelli” mentre quelli di DF sono ” i nostri”. Una contrapposizione fortissima che alimenta l’orrore e lo smarrimento.

I cadaveri che eccezionalmente hanno tutti la stessa età e verosimilmente la stessa provenienza, vanno smaltiti ad ogni costo. Portati via con spazzaneve o con ruspe, stipati nei container e trattati come carne da macello: sono troppi e dopo le prime autopsie è necessario trovare un posto a centinaia, migliaia di cadaveri.

Quello che mi ha colpito di Carnaio è che non conosciamo nulla di questi morti e durante la storia, escluso il momento iniziale, ci chiediamo poco di loro, non sappiamo nulla ed è così fino alla fine del libro. Rimaniamo senza parole quando vediamo gli abitanti di DF sganciarsi dal governo di Roma per autogestirsi, scioccati quando vediamo i rapporti cambiare natura e quasi ci dimentichiamo che “quelli” sono persone, anche dopo la morte.

Carnaio è…

Le navi respinte, quei corpi che sono oggetti, senza storia prima e senza storia dopo, mi hanno colpito perché mi ricordavano una storia già sentita, ma non vissuta. E’ vero, Cavalli ci richiede uno sforzo di immaginazione importante: non è facile disegnare una scena in cui corpi invadono ogni superficie, ma non è difficile immaginare la ferocia delle persone, i disgraziati che sono costretti a differenziare se stessi dagli altri, in nome di cosa?

Chi non si adatta diventa straniero. chi è straniero diventa un impiccio, anche se un’ora prima era tua moglie, tuo fratello, tua figlia.

DF diventa un vero e proprio stato senza contatti con l’esterno, costretto a gestire una situazione troppo difficile come? Inventandosi nuove, grottesche regole.