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Non si sa dove seppellire Eric

Eric, 32 anni, morto in terra italiana da vero italiano, con la leucemia che ne stende parecchi nella zona di Gioia Tauro. A Gioia Tauro si muore o sparati dalla ‘ndrangheta o lentamente, consumati dai suoi affari legati ai rifiuti. Oppure in baracche bruciate, lì nei dintorni.

Eric, 32 anni, è morto di leucemia come centinaia di italianissimi ragazzi del territorio. La morte non guarda mica il colore della pelle e la provenienza e la qualità dell’aria è argomento buono solo in campagna elettorale.

Raccoglieva agrumi e kiwi. Dicono che facciano benissimo. A lui mica tanto. Qui tutti raccolgono, poi, ciclicamente si raccolgono da morti. È una moria di uomini, oltre che di umanità. Spediva i soldi alla giovane moglie rimasta in Ghana. Li aiutava a casa loro.

Pensa che sfiga: un negro che dovrebbe portare malattie si è italianissimamente malato su suolo italiano. Verrebbe da ridere se non ci fosse di mezzo il morto.

È stato ricoverato per qualche settimana nel reparto di ematologia di Reggio Calabria e poi è morto. Da morto ci si aspetta almeno che qualcuno abbia degna sepoltura e invece niente. Nemmeno quella. Nemmeno come si usa nelle tribù africane. Le istituzioni dicono che non ci sono soldi. Nessuno si è fatto avanti.

Non si sa dove seppellire Eric.

Buon mercoledì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/02/27/non-si-sa-dove-seppellire-eric/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.