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Lo dico da papà

C’è un allarme sicurezza, in Italia, che non cavalca nessuno perché in fondo gli accusati alla fine siamo noi e quindi non c’è posto per paure o per vittimismo. In realtà le denunce sono stabili ma l’affidamento ai servizi sociale dura sempre di più, perché la rieducazione è più dura e perché la reiterazione dei reati, purtroppo, comincia a diventare seria. Parliamo dei minorenni, i nostri figli potremmo dire per semplificare e per rendere meglio l’idea, che in 21.268 (attenzione, di cui quasi 16.000 italiani) che compiono reati e che negli ultimi 10 anni sono aumentati del 50%. Sono le famose baby gang chiamate così perché fanno meno spavento eppure si dedicano a reati di tutto rispetto: da quelli che si sono mandati quasi 100.000 messaggi su whatsapp per mettersi d’accordo come torturare con una pistola un loro nemico a Maurizio Lutricuso ucciso fuori da una discoteca perché aveva rifiutato una sigaretta a dei ragazzini.

Gli omicidi compiuti da minorenni sono aumentati (lo certifica il Viminale) del 3,64% e soprattutto la classifica delle città coinvolte inverte, anche in questo caso, totalmente i nostri pregiudizi: svetta Bologna prima di Roma, Catania e Palermo con i suoi 2.239 ragazzi in carico ai servizi sociali. Lì, dalle parti di Casaleccchio di Reno minori italiani e stranieri si sono integrati benissimo alla faccia di Salvini nello smercio di droga. C’è Milano con i suoi 20 arresti nell’ultima settimana (una settimana, eh), Roma con le sue rapine che imitano lo stile del film Gomorra e Torino con le sue rapine che avvengono addirittura in centro. A Bari furti, aggressioni e scippi di minori italiani nel quartiere Libertà oltre a Napoli e Palermo dove i legami con la criminalità organizzata si fanno più forti.

4.132 rapine, 4.568 lesioni volontarie, 4.630 arresti per stupefacenti e quasi 10.000 per furto.

Questi non sono invasori. Questi sono i nostri figli. Sono quello che siamo chiamati a fare noi. Non ci sono élite da accusare e nemmeno nemici da inventare. Ci sarebbe la politica, che in Italia da decenni continua a disinvestire sulla cultura e sulla scuola. Cosa gliene fotte, di togliere qualche miliardo alla scuola che non porta abbastanza voti.

Lo dico da padre. Questi sono i nostri figli.

Buon martedì.

L’articolo Lo dico da papà proviene da Left.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/03/12/lo-dico-da-papa/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.