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Gli sbarchi continuano. Solo che sono un segreto di Stato

No, non è un’isola felice. È un’isola che prima stava su tutte le pagine dei giornali, nazionali e internazionali, e ci rendeva fieri in tutto il mondo. La Lampedusa di Giusi Nicolini era, a suo modo, quella solidarietà architrave della democrazia (parole del presidente Mattarella) che dimostrava al mondo come l’Italia non avrebbe mai permesso che ne sarebbe morto nemmeno uno nel Mediterraneo per colpa dell’inerzia della politica europea.

Oggi Lampedusa ha un nuovo sindaco, opposto a Giusi Nicolini, e in molti da quelle parti avevano creduto allo spot elettorale di chi continua a urlacciare stop agli sbarchi eppure finisce ogni giorno sepolto dalle sue bugie. Il nuovo sindaco, Totò Martello, non è un buonista e nemmeno di sinistra, anzi avrebbe voluto essere proprio di quella parte che prometteva di alzare muri, seppur simbolici, per tenere lontani gli stranieri.

E invece? E invece niente. Totò Martello dall’inizio dell’anno ha contato sette sbarchi (l’ultimo nella notte tra il 7 e l’8 marzo) quando sono arrivati in 46, tra cui sei donne e due bambini di tre anni. Non ne avete sentito parlare? No, vero? E no, perché non bisogna parlarne. Bisogna illudere e illudersi davvero che i porti chiusi (che non sono chiusi) siano una realtà e non solo un patetico slogan del ministro dell’Interno. E invece niente.

Ah, poi ci sono quelli del 2018: oltre 300 sbarchi per oltre 3500 persone, solo a Lampedusa, secondo i numeri dati dal sindaco stesso, attenzione, mica da qualche pericolosa Ong. E infatti il sindaco ha perso la pazienza e si è lasciato andare a parole pesantissime intervistato da Vita: «È evidente che tutto ciò che viene detto agli italiani non tiene conto di quanto accade a Lampedusa, che è stata cancellata moralmente e geograficamente da questo governo. Eppure negli anni abbiamo svolto un’azione non indifferente per l’Italia e per l’Europa».

Nascondere la realtà. Banalmente. Semplicemente. In modo criminale, ovviamente, senza nessuna etica verso i cittadini.

E così ci si accorge che nella pagina del ministero su sbarchi e accoglienza in realtà Lampedusa non viene calcolata. Sapete cosa significa? Che l’isola praticamente è stata cancellata. Non esiste.

E allora quanto potrebbero essere affidabili quei dati che vengono continuamente sventolati come una delle vittorie più importanti di questo governo? Niente. Zero.

Lo spiega benissimo il sindaco Martello: «Il fatto che siamo stati cancellati dal cruscotto del ministero dell’Interno ha due chiavi di lettura: dimostrare agli italiani che non ci sono più sbarchi e toglierci i fondi che ricevevamo in quanto eravamo tra i comuni italiani interessati dagli sbarchi. Dal 2011 – prosegue Martello – avevamo ricevuto la sospensione delle tasse che era inserita nel decreto Milleproroghe, un’esenzione che è stata abolita per il 2018 e il 2019, quindi fra qualche giorno a tutti gli imprenditori lampedusani arriveranno le cartelle esattoriali e saranno falliti. Su questo abbiamo informato il governo, abbiamo scritto a Tria, al ministero dell’Interno, a Conte, ma nessuno si è fatto vivo. Un governo che si definisce del popolo non può non rispondere a un’istituzione che rappresenta il popolo, siamo un’isola mortificata dallo Stato».

Ora decidete voi. Quanto vi farebbe incazzare litigare su dati che non esistono?

Ecco tutto.

Buon venerdì.

L’articolo Gli sbarchi continuano. Solo che sono un segreto di Stato proviene da Left.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/03/15/gli-sbarchi-continuano-solo-che-sono-un-segreto-di-stato/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.