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Il legittimo diritto di sparare (cazzate)

Sorpresa. Il tabaccaio di Ivrea non ha avuto nessuna colluttazione con i ladri del suo distributore automatico. E non avrebbe sparato in aria per farli fuggire. Anzi, chi indaga ha anche dubbi che sia sceso effettivamente dalla sua abitazione che sta lì vicino alla tabaccheria. Tutto falso. Falso anche che il grave turbamento psichico l’abbia potuto cogliere visto che il nostro pistolero moderno ha pensato bene di affacciarsi al balcone e da lì sparare alla schiena al ladro che era già in fuga. Complimenti per la mira, innanzitutto.

Come previsto, la legge sulla legittima difesa comincia a mietere le sue vittime e permette a un tabaccaio di uccidere un ragazzo di 24 anni fingendo di essersi difeso ma dovendo inventarsi l’attacco. Così succede che l’eroe di casa nostra prima racconti una versione dei fatti, poi venga smentito in pieno dagli esami dell’autopsia e quindi decida di avvalersi della facoltà di non rispondere, che è cosa ben diversa da chi ha delle ragioni da esporre e tutto l’interesse che vengano ascoltate e verbalizzate.

Qui invece è un tiro al piccione solo che il piccione si chiama Ion e viene colpito direttamente dal balcone, nulla a che vedere con quanto insistono a raccontarci il ministro Salvini e la famelica Giorgia Meloni. Se questa è legittima difesa allora state pronti, di notte, a camminare aderenti ai muri per evitare che qualcuno possa essere turbato dai vostri passi. E per tutti quelli che ritengono giusta la morte di un presunto ladro attraverso una vigliacca esecuzione fatta dal balcone e in pantofole allora consiglio di rileggersi la Costituzione (che so, di questi tempi non va molto di moda) e pensare cosa succederebbe se una notte, per fame, sia uno dei vostri figli a pagare con la vita ciò che il carcere dovrebbe dirimere secondi i principi che tengono in piedi questo Paese.

Ma il legittimo diritto di sparare cazzate è anche di chi, non contento di avere partorito una legge sulla legittima difesa che è solo propaganda, ora si ritrova nelle vesti di ministro a raccontare una storia falsa, propagarla dappertutto prima degli accertamenti della magistratura e poi come al solito, codardo, dimenticarsi di rettificarla.

Avanti così.

Buon giovedì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/06/13/il-legittimo-diritto-di-sparare-cazzate/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.