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In fondo sogna di essere Salvini

Dice Di Maio ai suoi che la sua nomina a vicepresidente del consiglio non è una questione personale ma è una questione politica. Usando proprio queste parole. Quale sia la questione politica lo spiega lui stesso: “Se non sono vicepremier perdo la guida del Movimento”, ha detto Di Maio. In pratica vorrebbe convincerci che il suo posizionamento all’interno del Movimento 5 Stelle sia un problema nostro, di tutti noi, del Paese, degli elettori e di tutti quelli che si aspettano dalla politica (di qualsiasi parte siano) sensibili miglioramenti per la propria vita. Il problema politico è il suo peso all’interno del Movimento.

Basterebbe questo se non ci fosse addirittura Beppe Grillo a dirlo chiaro e tondo. Chiaro e tondo proprio no, in verità: giocando molto di sponda, proprio quel Grillo che si vantava di dire le cose come stanno. Ma vabbè. E come se non bastasse perfino Marco Travaglio ha deciso di bastonare Di Maio. Non manca proprio nessuno, solo due liocorni.

Ma la sensazione vera è che il gioco di Di Maio sia proprio questo: prendere nel governo giallorosso il posto che fu di Salvini fino a qualche giorno fa. Vorrebbe essere colui che si fa notare suonando le note più alte e più forti e invece è solo una stonatura in giacca e cravatta. Anche perché, e dovremmo avere il coraggio di dirlo, se il problema politico è il suo posizionamento all’interno del Movimento 5 Stelle allora non si vede perché non accettare la presidenza del consiglio offerta da Salvini.

O forse, se ci pensate, con questa informazione è tutto terribilmente più chiaro. Terribilmente più chiaro. Interessante la politica secondo Di Maio, non c’è che dire.

Buon lunedì.

L’articolo In fondo sogna di essere Salvini proviene da Left.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/09/02/in-fondo-sogna-di-essere-salvini/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.