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Gli aizzatori che poi frignano

Benvenuti nell’era del vittimismo salviniano che in nome del politicamente corretto trova terreno fertile un po’ dappertutto. L’ultima sparata dell’ex ministro finalmente tornato alle sagre di piazza è un post del giornalista Rai Fabio Sanfilippo che, dice Salvini, lo avrebbe invitato al suicidio.

“Invita Salvini al suicidio, Rai avvia il procedimento” ha scritto l’Ansa.

“Salvini, il giornalista Rai Fabio Sanfilippo lo invita al suicidio su Facebook”, ha scritto il Corriere della Sera.

E poi: «Giornalista su FB “Salvini ti spari” L’azienda interviene».

Titoli e titoloni di tutti i giornali, compreso quello che aveva scritto che “Per stendere Renzi bisogna sparargli” (non c’è nemmeno bisogno di nominare la testata, pensate al quotidiano che più si avvicina alla cacata carta per dirlo in latino, è esattamente quello).

Nessuno forse ha letto il post di Sanfilippo che dice testualmente:

«Caro Matteo Salvini, lo so che stai facendo finta di niente, anzi spacci la disfatta per vittoria. Ma io sono stato un leale avversario fin dagli albori, quindi posso permettermi questa missiva aperta, nemico mio. Certo vedere certi post e certe dirette mi fa tenerezza, tipo che vorrei mettere i croccantini o la mousse, se preferisci l’umido. Ma temo sia il tuo guru dei social che ti fa fare queste performance, cacciamolo! Allora, ti sei impiccato da solo e questo è evidente. Io ne sono felice, vabbè, si era capito. Ora perderai il 20,25 per cento dei consensi che ti accreditano i sondaggi, lo sai? E che fai? Non hai un lavoro, non sai fare niente, non hai un seggio da parlamentare europeo, hai perso il posto da ministro, certo stai in Parlamento, ma con la vita che ti eri abituato a fare tempo sei mesi e ti spari nemico mio.  Penso che perderai pure la segreteria della Lega Nord o come si chiama. Quello che non ti perdonerò è di aver plagiato la mente di due miei nipoti, con i miei figli non ci sei riuscito, cazzo. Ma li recupero, fidati. Mi dispiace per tua figlia, ma avrà tempo per riprendersi, basta farla seguire da persone qualificate. In bocca al lupo»

Può piacere o no ma non c’è nessuna istigazione al suicidio. Tanto per chiarire. L’istigazione invece che Salvini ha usato e continua a usare da tempo. Del resto è un’istigazione alla morte chiamare i migranti clandestini e scrivere che devono tornare in Libia. È un’istigazione alla morte parlare di pulizia di una certa etnia. È istigazione alla morte inoculare il sospetto che alcuni minacciati di morte non abbiano bisogno della scorta. È un’istigazione alla morte tenere bambini in mezzo al mare. È un’istigazione alla morte proteggere i razzisti e le loro violenze e i fascisti e le loro violenze.

Ma è sempre così: gli aizzatori appena vengono disinnescati frignano. E sanno solo vedere gli aizzamenti degli altri. Anche dove non ci sono.

Buon lunedì.

L’articolo Gli aizzatori che poi frignano proviene da Left.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/09/09/gli-aizzatori-che-poi-frignano/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.