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Soli e vecchi

Finirai solo e vecchio. Si dice così, è una formula di quelle che scappa già preconfezionata, quando ci si cura poco delle parole. Soli e vecchi: l’anzianità e la solitudine sono due compagne di viaggio che nell’immaginario collettivo vanno a braccetto come due innamorati. Ma non è un film, no, e il deterioramento sociale della dignità delle persone con l’andare degli anni dovrebbe essere una delle urgenze del ministro della cura. Eh sì, lo so, non c’è mica il ministro della cura ma rende bene l’idea.

Croce Rossa Italiana ha fornito ieri i primi dati dei cinque mesi di attività del suo numero verde pensato per persone anziane e sole che chiedono compagnia, assistenza e supporto psicologico: 279 persone in media al giorno che chiamano soprattutto per motivi di solitudine. L’età media delle oltre 21mila persone che hanno chiamato il numero verde 800 06 55 10 è di 74 anni, di cui oltre la metà donne che, a prescindere dalle condizioni economiche e sociali, richiedono principalmente compagnia a domicilio, assistenza, servizi di trasporto e supporto psicologico.

Del resto che ci fai con ‘sti vecchi che sono costosi per cronicità e malattie e inoltre non sono nemmeno più produttivi. La lenta uscita da una normale socialità è la fine che spetta a molti anziani in un Paese che non è per giovani, no, ma nemmeno per vecchi: un Paese che al massimo si occupa di preparare forza lavoro per poi farla lavorare (pagandola il meno possibile) e riuscire a disfarsene con poca preoccupazione.

Siamo a posto così? Con un numero di telefono? Davvero non vi tocca sapere che ci sono persone che cercano conforto così?

Buon giovedì.

L’articolo Soli e vecchi proviene da Left.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/12/05/soli-e-vecchi/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

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