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Finisce sempre così

Di solito accade quando c’è un momento di vuoto politico, accade perché cambiano gli scenari e perché i paradigmi ormai non funzionano più e riesce molto meglio quando c’è una crisi economica che accende una depressione sociale: qualcuno arriva al momento giusto, al posto giusto, con la faccia giusta, con il vocabolario giusto, con la giusta simpatia, con la giusta indignazione che viene espressa nel modo giusto e riesce ad avere un immediato e insperato seguito.

Inizia dicendo che lui non vuole rappresentare nessuno ma intanto piano piano si costruisce un cerchio magico, inizia un’organizzazione dei quadri dirigenti. Quando li intervistano dicono che non diventeranno mai un partito. Poi dicono che saranno solo un movimento, uno stimolo ai partiti. Poi decidono di partecipare alle elezioni, ma solo come movimento. Quando ormai sono un partito ci tengono a dire che non sono mica un partito come gli altri partiti e fanno finta di non sapere che tutti i partiti dicono così.

Poi accade che lo scontento (o comunque la spinta generale) non basti e non serva per fare politica. In politica tocca decidere: o si è d’accordo su una riforma o si è contro oppure si propone una strada intermedia. Bisogna scendere per terra, prendere posizione e ogni volta che non parli per concetti generali inevitabilmente scontenti qualcuno. Per intendersi : se 100 su 100 sono contro la povertà (facile, così) 30 la vorranno risolvere in un modo, 10 in un altro, 20 in un altro e 40 in un altro modo ancora. Così accade che perdi consenso. Normale, inevitabile, matematico.

Quando perdi consenso il partito che non doveva essere un partito si spezza in correnti (che poi sono quelli che vorrebbero risolvere la povertà in modi diversi, sempre loro) e quello che era il grande capo che ha avuto la bravura di cogliere l’attimo (all’inizio di quella storia) viene accusato di un calo di consensi che non è nient’altro che una trasformazione. Quelli che criticano il capo dicono di non volere mica fare i capi (si applica la stessa regola dei partiti che non volevano essere partiti) ma alla fine brigano per la caduta del leader e ovviamente per sostituirlo. Si crea una gran confusione e quel movimento è visto come un partito proprio come tutti gli altri.

Si creerà sfiducia generale verso la politica e ci sarà qualcuno che ricomincerà di nuovo.

Buon giovedì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.