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Ma anche se fosse, caro presidente Fontana?

Una delle caratteristiche di quest’epoca di bullismo politico spacciato come marketing dell’uomo forte è quello di pronunciare frasi imbecilli che mostrano la caratura di chi le pronuncia con la leggerezza di chi ha avuto una grande intuizione. Alla luce del risultato elettorale in Emilia Romagna (che evidentemente brucia parecchio dalle parti dei leghisti) il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana (lo so, lo so, non vi ricordavate più di lui, tranquilli, normale) si è lanciato in un articolato pensiero politico: «Era difficile – ha detto Fontana -, per la sinistra era l’ultima ancora di salvezza, è stata fatta una mobilitazione degna dei tempi andati, si è vista in tv gente di più di 100 anni portata ai seggi, disabili accompagnati con i pulmini, una mobilitazione per salvare quel che resta di un’idea che ormai è svanita».

Prendiamoci una pausa: Fontana è lo stesso che due anni fa, in campagna elettorale proprio in Lombardia, affermò con candore: «L’Italia non può accogliere tutti i migranti perché tutti non ci stiamo, quindi dobbiamo fare delle scelte: dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società debba continuare a esistere o debba essere cancellata». Al tempo venne (giustamente) mandato a quel Paese praticamente da tutti e lui si difese parlando di un “lapsus”. Beato lui.

Questa volta però l’idea degli “anziani e dei disabili” che siano “scarti” che non dovrebbero essere “disturbati” per votare e che comunque abbiano voti che contino meno dei sani riflette in pieno l’idea di una certa superiorità di alcune persone rispetto a altre, quella volta per colore della pelle e questa volta invece per condizioni di salute. Insomma esiste per Fontana (e per parecchi leghisti) un’idea di normalità che si traduce in un cittadino tipo che dovrebbe avere più diritti degli altri e possibilmente anche meno doveri.

Dico, davvero serve altro? Perché per smutandare Fontana basterebbe chiedergli: “E anche se fosse che gli anziani e i disabili abbiano votato per Bonaccini?”. E lui rimarrebbe zitto. Parlerebbe di lapsus. La butterebbe in caciara. Come al solito. Eppure questa sua frase dice molto, moltissimo. Spiega tutto.

Ah, a proposito: tra i giovani il 60% ha votato Bonaccini. Diteglielo a Fontana.

Buon mercoledì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.