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Equilibrio e fiducia

Siamo un Paese con una coscienza e una conoscenza collettiva che sono in un punto basso, molto basso. Ma non è questo il momento di dedicarsi all’autoanalisi. No. Sarebbe il momento dell’ecologia lessicale, dell’ecologia dell’equilibrio.

I dati, ad esempio: stiamo parlando di un virus, il coronavirus, che non è dissimile da  un’influenza (lo dice Maria Rita Gismondo, direttore responsabile di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze, il laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano in cui vengono analizzati da giorni i campioni di possibili casi di coronavirus e lo dice la virologa Ilaria Capua. Lo contesta Burioni, sì, lo so) ma questo non significa che averne paura è roba da cretini. Però i numeri dicono che l’80% dei casi ha delle conseguenze molto lievi (lo dice l’Oms, l’Organizzazione mondiale per la sanità), meno del 15% di quelli che hanno contratto il virus sono in condizioni serie e il tasso di mortalità è del 2%. Questi sono i numeri.

Tra le cose importanti da sapere e da fare c’è il non presentarsi al pronto soccorso nel caso in cui si abbiano dei sintomi sospetti ma chiamare il 1500 o il 112, ci penseranno i medici a ciò che è meglio.

L’equilibrio si ottiene tenendo presente che i numeri e i fatti sono questi. L’equilibrio è quella cosa che ci fa evitare di prendere d’assalto gli scaffali dei supermercati. L’equilibrio è la consapevolezza che non c’è nessuna pandemia. Ma l’equilibrio si ottiene anche confidando in un’informazione che la smetta di sciacallare, che la finisca con l’uso di un linguaggio che sembra descrivere la terza guerra mondiale, con un’informazione che la smetta di puntare sul terrore. Poi non facciamo finta di non sapere che il terrore produce terrorizzati, terrorismi e terroristi, per favore. Sembra il Vietnam e invece è solo un virus.

Fiducia. Ci sono organi di comunicazione (quello del governo e quello dell’Oms) che ci aggiornano passo dopo passo. Ci sono anche tanti giornalisti che stanno con fatica facendo il proprio mestiere. È l’occasione giusta per accorgersi che delle buone fonti di informazioni contribuiscono a una buona qualità della vita.

Cercate con ansia le informazioni vere, piuttosto che leggere le catene che vi arrivano via messaggio mentre arraffate mille litri di latte. La serietà è una cosa seria e prima o poi nella vita diventa indispensabile, appunto.

Buon lunedì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

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