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Mafie, smemorati e giornali

Luigi Di Maio si indigna con il giornale tedesco Die Welt che usa le stesse parole di Beppe Grillo sul rischio che i soldi europei vadano alle mafie

«Io sono venuto qui a guardare i conti e a dire di non dare più i soldi all’Italia perché scompaiono in tre regioni: Sicilia, Calabria e Campania, quindi mafia, ‘ndrangheta e camorra»: sono le parole esatte che pronunciò Beppe Grillo a Strasburgo al Parlamento Europeo il primo luglio del 2014. 7 anni fa. Sembra passata un’era geologica fa e invece il Movimento 5 Stelle è nato e si è consolidato elettoralmente esattamente con questi toni, con questi contenuti e con queste semplificazioni. La base elettorale che ne ha fatto il partito più rappresentato in Parlamento è quella che vedeva (e vede ancora, poiché in parte ha abbandonato il M5S) marcio marci dappertutto, tutto uno schifo e che sognava l’abbattimento della classe dirigente come fine ultimo.

Stupisce che il ministro Di Maio ieri si sia così furiosamente indignato con il quotidiano tedesco Die Welt che ha scritto: «dovrebbe essere chiaro che in Italia, dove la mafia è forte e sta adesso aspettando i nuovi finanziamenti a pioggia da Bruxelles». Sono le stesse parole di Beppe Grillo, scritte in modo più elegante. Allora facciamo che in cambio Di Maio e gli altri chiedano anche scusa per avere usato la banalizzazione come arma di indignazione politica. Basterebbe questo, il mondo è più complesso di come lo racconta la propaganda e ce ne siamo accorti, dire una cosa così, semplice semplice.

Poi c’è un altro punto: Di Maio chiede al governo tedesco di intervenire contro l’opinione di un quotidiano che non ha nessun legame governativo. Scagliarsi contro un giornale è stupido, pretendere che il governo debba rettificare l’opinione di un editorialista è populista e semplicistico, ancora. Se il governo italiano si sente diffamato da quell’articolo valuti i presupposti legali per tutelarsi senza farne una ragione di Stato. Semplice.

A proposito: c’è una circolare del Viminale mandata ai questori il 27 marzo in cui si scrive, nero su bianco, che in tempi di Coronavirus ci sono «ampi margini di inserimento per la criminalità organizzata nella fase di riavvio di molte attività». Le parole del giornalista tedesco sono un’odiosa banalizzazione di un concetto che esiste e che preoccupa anche lo Stato italiano. Brutta cosa le banalizzazioni, eh?

A proposito: da noi Libero e Il Giornale hanno titolato, in prima pagina, mica in un loro editoriale, “è stata la culona”, riferito alla Merkel, “ciao ciao culona”, “vaffanmerkel”, e “la culona si è sgonfiata”. Non risultano pervenute richieste ufficiali dal governo tedesco per il governo italiano di intervenire, mai.

Un’ultima cosa: sappia Die Welt che l’Italia ha le peggiori mafie ma anche la migliore antimafia del mondo. Antimafia sociale, culturale e giudiziaria. E le mafie sono un problema mica solo italiano, i mafiosi sono già oltre quello stantio editoriale, molto più europei di molti che si professano europei.

Buon venerdì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.