Nella frase di Marco Gervasoni c’è tutto: finge di essere una (brutta) battuta e invece è un insulto sessista, contiene un po’ di body shaming e un pizzico di omofobia. Il mix perfetto per riuscire a farlo diventare barzotto ai suoi sostenitori che riescono a sentirsi veri uomini ogni volta che sentono di essere riusciti a sminuire una donna. Ovviamente non c’è nessun giudizio nel merito, nessuna contestazione alle tesi politiche di Schlein, niente di niente che riguardi l’intervista rilasciata a L’Espresso o anche solo la politica in generale. Gli intellettuali di destra vomitano bile e per loro è il massimo del confronto. Tutto qui. Tutto solo qui. Le donne secondo il loro metro di misura (che è quello che gli sta in mezzo alle gambe) sono giudicabili solo per la desiderabilità che riescono a suscitare ai loro sfinteri. Sono fallocrati che vedono il mondo dal loro minuscolo spioncino e semplicemente odiano le donne, odiano le donne competenti, odiano le donne che li guardano dritti in faccia, odiano le donne che decidono di non stare nel posto in cui loro vorrebbero metterle, nell’angolo dei loro divertimenti.Il mio articolo per Ultima Voce lo trovate qui: