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Lidia Lombardi su #Disperanza

“Anche l’editore Fandango osa molto, con autori controcorrente, urticanti, duri, essi stessi talvolta personaggi controversi. Ha avuto un grande successo l’opera prima di Jonathan Bazzi, Febbre, romanzo autobiografico di un sieropositivo e omosessuale che è entrato nella Cinquina dello Strega. In autunno la casa editrice romana ha stampato due titoli di nuovo singolari. Disperanza di Giulio Cavalli (115 pagine, 12 euro) è insieme autobiografia e crestomazia di testimonianze dei suoi lettori. Ai quali l’autore – di libri di inchiesta, testi teatrali, e di romanzi apprezzati come Carnaio, che nel 2019 ha vinto la Selezione Campiello – ha chiesto attraverso il suo social: “quando avete perso la speranza”? E infatti il piccolo volume è una sorta di manifesto dei fragili, dei perdenti. Così si sente Cavalli, tiranneggiato dalla depressione che lo fa morire ogni giorno («Mi accade preferibilmente di notte, comunque nel sonno, anche di pomeriggio se mi addormento davanti a un film stagnante o sotto un brutto libro che mi cade sulla faccia…»). Vi si aggiunge l’isolamento perché vive sotto scorta per i suoi scritti contro le mafie.

Ma la disperanza è un sentimento che invade tanti altri: giovani che non si aspettano niente, che credono nell’occasione e non nell’opportunità, adulti che hanno reso le armi ma non possono permettersi di abbandonare la lotta, cittadini sempre in transito in una società che chiede di essere ottimisti, positivi, performanti. Impera la retorica del superomismo e invece sempre più in tanti traballano nell’insicurezza. Con qualche segnale consolante, però: «Tra le tante lettere arrivate, mi hanno sorpreso quelle di chi si dice disperante per la situazione politica del proprio paese o addirittura del mondo. In un periodo di federalismo della responsabilità, dove stanno cercando di convincerci a occupare spazi sempre più ristretti fottendosene del resto (…) che esistano persone che ancora sentono la comunità come larga mi riempie il cuore».”

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