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Il libro è stato proposto al Premio Strega 2021 da Filippo La Porta
Un romanzo distopico di grande attualità, è questa la prima idea nel leggere “Nuovissimo testamento” (Fandango) di Giulio Cavalli, proposto al premio Strega 2021 da Filippo La Porta. Nella città di DF vige un sistema di vita/non vita in cui tutti i cittadini sono stati privati di emozioni.
Non hanno alcuna empatia e vivono nelle strette maglie di un regime che si dice democratico sopravvivendo a se stessi.
Un mondo in cui tutto è stabilito per legge, i colori delle case e degli arredi, gli abiti, i lavori, gli alimenti.
Famiglie composte dall’alto creando coppie atte a procreare che non potranno accudire i loro figli.
Un mondo senza emozioni è un mondo in cui non esistono problemi e la vita procede senza scossoni fin quando uno dei protagonisti si sente male, viene portato al pronto soccorso e da qui al reparto dei disturbi affettivi dove si curano gli ammalati di rotondità mentale.
E’ l’inizio del cambiamento, Fausto Albini incontrerà la dottoressa Cordio e inizierà a provare sentimenti sconosciuti, Intanto qui e lì nello stato si organizza una resistenza culturale basata sulla ricerca del bello e le forze dell’ordine vanno alla ricerca di “focolai di bellezza”.
La musica, i libri, la conoscenza porteranno la rivoluzione, ma le Brigate dell’amore saranno considerate organizzazioni terroristiche.
In tanti hanno seguito le nuove istanze, in tanti hanno appoggiato le Brigate dell’amore, ma sapranno scegliere tra la voglia di libertà e la paura che la stessa incute? L’epilogo non sarà come il lettore potrebbe aver immaginato e lascerà l’amaro in bocca.
Una narrazione che non fa sconti a nessuno, nella quale si riconosco facilmente tanti correnti pensieri che attualizzano in maniera incredibile un romanzo distopico.
E’ facile immaginare somiglianze con i politici, con istanze sociali disattese, con le varie forme di razzismo esistenti, con l’appiattimento delle emozioni causticate da un certo tipo di proposte pseudo culturali dei media.
Eccellente la penna di Cavalli pur nell’uso trasgressivo della punteggiatura che induce chi legge a perdersi nel vortice delle parole e delle emozioni.
Emozioni, appunto, la parola chiave della narrazione, quelle che vengono abrogate per legge, quelle che in qualche maniera riescono a serpeggiare in anime corrotte da vaccini che inibiscono l’empatia, quelle che sono la vera essenza della vita.
Bello, intenso, coinvolgente, crudo, amaro, necessario da leggere per entrare in dinamiche contemporanee che purtroppo ancora sfuggono a tanti