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Legittima difesa?

Una semplice domanda. Di fronte ai civili palestinesi uccisi, di cui molti erano bambini. E di fronte alla distruzione da parte di Israele della torre Al Jala a Gaza che ospitava giornalisti e media internazionali

Questo non è un articolo per infiammare il tifo di Israele o della Palestina (in questo cronico errore di confondere i due popoli con i loro governi, di confondere la violenza di Hamas e di Netanyahu con i loro due popoli), questa è una semplice domanda.

Dall’inizio degli scontri il conto dei morti (fino a ieri) era di almeno 174 palestinesi. Times of Israel ieri sera scriveva che sarebbero almeno 47 i bambini uccisi. Ci sono 1.200 palestinesi feriti.

Sami Mshasha, direttore delle Relazioni esterne dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi che dal 1949 opera sul territorio ha raccontato: «Un bombardamento è accaduto nel campo di Shati. Ci sono giunte conferme che l’intera famiglia di 8 bambini e due donne sono morte nell’attacco. E ora stiamo cercando di capire quanti di loro studiavano nelle nostre scuole». Al quotidiano Domani ha detto: «I civili stanno pagando a caro prezzo questo conflitto. Ci hanno detto che molti dei bambini rimasti uccisi studiavano e studiano nelle nostre scuole, è una notizia estremamente triste e deplorevole» dice Mshasha che lancia un appello: «Chiediamo a tutte le parti coinvolte nel conflitto di fermare i bombardamenti indiscriminati nelle aree civili».

L’esercito israeliano ha abbattuto la torre Al Jala a Gaza che ospitava diversi giornalisti e le sedi delle emittenti internazionali per cui lavoravano, come Al Mayadeen, Voice of Prisoners, Doha media center, AP e Al Jazeera. Quando il proprietario della torre Al Jala, Jawad Mehdi ha chiesto al telefono con l’esercito israeliano di avere un po’ più tempo per sgomberare l’edificio l’ufficiale israeliano gli ha risposto al telefono: «È la vostra vita, non la mia, prega il Profeta». Israele dice di avere compiuto l’attacco perché il palazzo avrebbe ospitato rifugi di uomini di Hamas. Peccato che a oggi non esista nessuna prova dettagliata di quanto affermato da Israele. In compenso il portavoce delle forze armate israeliane, Jonathan Conricus, non si è limitato a parlare della presenza di Hamas all’interno della torre, bensì ha esplicitamente negato che la stessa ospitasse sedi di emittenti giornalistiche, affermazione che risulta in ogni caso falsa. Le forze armate israeliane parlano anche di uffici della Jihad Islamica, altra formazione islamista della Striscia, peraltro “in concorrenza” con Hamas. Anche in questo caso, prove, nessuna.

Ciò che è certo è che le voci che raccontano l’inferno con quel bombardamento sono state silenziate. Questo è un fatto incontrovertibile.

La domanda è: a voi sembra una difesa legittima? Proviamo a partire da qui.

Buon lunedì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.