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La dittatura degli irrilevanti

Catullo le chiamava nugae, erano sciocchezze, robe da poco che però hanno meritato di comporre la prima parte del suo Liber. Anche Petrarca aveva capito che con le cose da poco ci si poteva fare letteratura ma nessuno dei due poteva immaginare che gli irrilevanti avrebbero secoli dopo occupato tutte le prime pagine dei giornali, avrebbero monopolizzato il dibattito pubblico e avrebbero perfino acceso l’acquolina in bocca di due aspiranti presidenti del Consiglio come Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Siamo alla dittatura, la dittatura, sì, degli irrilevanti. Sparuti gruppi che si credono molto furbi e con la voce molto grossa, che nella loro cerchia endogamica si sentono parte di un movimento epocale e credono di essere a fare la rivoluzione mentre pesano come il vociare dei ragazzetti in cortile che buttano il pallone contro la saracinesca fino allo zoccolo di qualche signora spazientita.

Un 3 per cento di no vax monopolizza le prime pagine

I più in voga sono i no vax: leggi i giornali e immagini che un’orda enorme di persone, una fiumana di bocche arrabbiate stia sovvertendo l’ordine mondiale. Se capita di leggerli sui social poi te li immagini bardati da scudieri pronti a ribaltare le piazze, convinti di essere dalla parte giusta della Storia, loro enorme maggioranza dei popoli di tutto il mondo rimpiccioliti dalla stampa che li boicotterebbe ogni secondo. Peccato che sia vero proprio il contrario: l’Università degli Studi di Milano, attraverso la ricerca ResPOnsE Covid-19 del Laboratorio Sps Trend, dice chiaramente che la stampa (che ha bisogno di terrorizzare non meno di quelli che critica perché vorrebbero governare usando l’arma della paura) continua volutamente a confondere quelli che non hanno intenzione di vaccinarsi con quelli che sono contrari all’obbligo vaccinale. Ma basta grattare un po’ tra i numeri (quei numeri che conviene a molti non analizzare per poter sputare fumo utile al caos), per vedere che i primi sarebbero passati dal 6 per cento dei mesi scorsi al 3 per cento odierno. Avete letto bene: il 3 per cento degli italiani meritano aperture di editoriali, blocco del Parlamento, spremitura di meningi altissime condite da un po’ di spirito di contraddizione travestito da filosofia. A posto così. Chissà cosa pensano Salvini e compagnia cantante vedendo quanta fatica (e quanta credibilità) devono continuare a consumare per raccogliere gli stessi voti che potrebbero conquistare con un’altra bella polemica sulle nocciole della Nutella. Questi tra l’altro sono scontenti per definizione e quindi si sposteranno sempre di più, saranno sempre più estremi e non è un caso che alla fine finiscano in piazza con quel nugolo flaccido di fascistelli a oltranza. A proposito: anche quelli a livello elettorale pesano come una corrente di minoranza di un’assemblea di condominio.

Il paradosso di Italia viva: sono uno zero virgola ma ha torto chi non li vota

Sempre rimanendo tra gli irrilevanti (e amici) non si può non registrare Renzi e la sua schiera: i sondaggi sono ormai roba da particella di sodio eppure lui e i suoi sfegatati colleghi non si sono resi conto di avere più senatori che elettori. Merito del giochetto di palazzo che gli ha lasciato come capitale un numero di parlamentari che alle prossime elezioni saranno un lontano ricordo eppure alcuni giornali e siti insistono nella loro buffa linea editoriale che consiste nel dirci che siamo stronzi noi e per questo Italia viva non sfonda. È colpa nostra. Quello, il Matteo che da sinistra sta galoppando verso destra, ogni mattina in cui si vede sui giornali si sente la Lady Gaga della politica nostrana e pompa il suo scollamento dalla realtà. Anche loro sembrano tantissimi, su Twitter addirittura spopolano feroci sembrando una fiumana. Peccato che rosellina08228745 non abbia sicuramente il certificato elettorale.

I temi veri come la disoccupazione e la scuola non trovano spazio

Poi ci sono quelli che tornano utili alla propaganda: piccoli autori di reati nella provincia più profonda che servono a definire “gli stranieri” e allora finiscono nella centrifuga della politica nazionale per un piccione spennato al semaforo. Medici dubbiosi che diventano eroi per un’intervista rilasciata alla Gazzetta di Canicattì rilanciata con foga dai media nazionali. Perfino cretini fascistelli che hanno capito che un’effige di quel tempo possa regalagli 10 minuti di celebrità. Poi c’è, ne avevamo già scritto, tutto ciò che torna utile per creare una bolla del politicamente correttore che non esiste: se una maestra elementare di qualche sconosciuto borgo si permette di dire che non le piace Biancaneve può stare sicura di meritare almeno uno straccio di interrogazione parlamentare da Fratelli d’Italia con uno strepito in omaggio di Giorgia Meloni. Nel frattempo ci sarebbero dei numeri, veri, importanti, tanti come i lavoratori che non vedono futuro oppure tutto il mondo della scuola che si interroga sulla ripartenza della ripartenza che potrebbe non ripartire. Ma adesso no, adesso la dittatura che va per la maggiore è quella degli irrilevanti. Vuoi mettere la soddisfazione di creare qualcosa che non esiste in natura? Altro che giornalismo, qui siamo nel divino.

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