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Sì vax, ma senza coraggio

Sarebbe il caso che il governo governi. Se vuole rendere obbligatorio il vaccino lo faccia, anziché continuare a limare sulle categorie per il green pass, costringendo a vaccinarsi di rimbalzo

La politica è l’arte della mediazione ma spesso dietro questo aforisma si cela la tiepidezza di chi non vorrebbe decidere. Le perquisizioni a casa di no vax che diventano barzotti sui loro gruppi Telegram mentre sognano di posizionare il tritolo sotto il Parlamento sono qualcosa che non bisogna sottovalutare ma converrebbe anche ricordare che alla resa dei conti, quando si sono messi in testa di bloccare i treni in tutta Italia, nelle stazioni c’erano perfino più iscritti a Italia Viva.

Di sicuro però c’è che solo il 65,9% degli italiani ha completato il ciclo vaccinale (tenendo conto anche di quelli che sotto i 12 anni non si possono vaccinare) e il numero è ben lontano da garantire una certa sicurezza. Dialogare con i no vax più convinti cercando di convincere gli inconvincibili è una mossa che disvela una certa povertà politica, che si affida alla persuasione piuttosto che alla decisione.

Insomma, per dirsela tutta, sarebbe il caso che il governo governi: Mario Draghi aveva risposto convintamente «sì» alla domanda sull’obbligo vaccinale e ora continua a limare sulle categorie per il green pass. Essere paternalisti non serve per difendersi dal prendere decisioni.

Come scrive giustamente Vitalba Azzolini per Domani (perché qualche volta conviene citare colleghi che ci hanno visto lungo): «Non è chiaro perché, con l’attuale decreto, siano assoggettate all’obbligo di certificazione verde solo alcune categorie di lavoratori, né quali siano i criteri di priorità seguiti. Sul piano del diritto non si comprende perché si ricorra a diversi decreti-legge per disporre estensioni successive a pochi giorni di distanza, creando confusione».

E poi: «Pare che un’estensione ulteriore della certificazione verde ad altre e più numerose categorie di lavoratori sarà sancita la prossima settimana con un nuovo decreto che, insieme a quello appena emanato, andrà ad aggiungersi alle norme dei decreti precedenti in tema di “green pass” e ai relativi emendamenti in sede di conversione. Ciò renderà necessario un coordinamento tra le regole dei diversi provvedimenti, tenendo anche conto – tra le altre cose – della spiegazione data via Faq alle regole stesse, talora in modo non del tutto conforme a una loro interpretazione testuale e sistematica. Il labirinto delle disposizioni in tema di contrasto al Sars-CoV-2 è ormai oltremodo complesso – per usare un eufemismo – con buona pace dell’obiettivo di semplificazione e razionalizzazione normativa messo per iscritto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e a cui il governo si è impegnato nei confronti dell’Unione Europea».

Allora facciamo che il governo dei migliori governi in modo migliore: prenda decisioni, abbia coraggio e la smetta di usare metodi che sono semplicemente una forma di paternalismo insopportabile. Se vuole rendere obbligatorio il vaccino lo renda obbligatorio senza costringere a vaccinarsi di rimbalzo. Meglio una legge che renda obbligatorio il vaccino (ci sono tutti gli strumenti legislativi per poterlo fare) oppure un’applicazione generalizzata del green pass che non penalizzi ingiustamente alcune categorie esentandone altre.

Abbiate coraggio. Forza, su.

Buon venerdì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.