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Scusi, è permesso?

Presentando il ddl sulla Concorrenza il ministro Brunetta ha spiegato che i nuovi controlli alle imprese saranno annunciati in anticipo: «Prima di ogni controllo ci sarà una telefonata per programmarlo, specificarne la natura, individuarne i contenuti e i documenti necessari»

Qualche giorno fa quatto quatto il ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha pronunciato un frase che mette i brividi e che se fosse uscita dalla bocca di qualsiasi altro politico di qualsiasi altro governo oggi campeggerebbe sulle prime pagine di tutti i giornali e infarcirebbe i social indignati di molti capi di partito.

Il governo Draghi invece è il bromuro con cui si rende digeribile tutto, un succo gastrico in azione perenne che riesce a lasciare passare sotto traccia di tutto. Presentando il ddl sulla Concorrenza Brunetta ha annunciato che i nuovi controlli alle imprese saranno annunciati in anticipo. Sì, avete capito bene: Brunetta ha spiegato che «prima di ogni controllo ci sarà una telefonata per programmarlo, specificarne la natura, individuarne i contenuti e i documenti necessari, i giorni in cui arriverà, le risorse umane di cui avrà bisogno. Non ci saranno divise o mitragliette in vista». Dice il ministro che la nuova parola d’ordine sarà «rispetto reciproco» e «civiltà, gentilezza e cortesia».

La frase, osservata con attenzione, dice tutto. Per Brunetta ogni volta che lo Stato assolve il suo dovere di controllare le imprese evidentemente sta disturbando qualcuno, mica sta semplicemente assolvendo il proprio compito di garantire legalità e diritti. Evidentemente Brunetta è abituato a immaginare gli uomini della Guardia di Finanza con mitra spianati mentre controllano i registratori di cassa di qualche fruttivendolo (o forse è semplicemente scioccato dal rapporto con la Guardia di Finanza del suo padrone Berlusconi). Se notate bene nella narrazione di Brunetta spariscono i lavoratori. Nel suo magico mondo che ha nella testa esistono solo imprenditori e Stato, solo loro due. Non ci sono i dipendenti che lavorano in nero, non ci sono i lavoratori che rimangono stritolati nei macchinari per la rimozione di dispositivi di sicurezza al fine di accelerare la produzione, non ci sono lavoratori costretti a svolgere mansioni che non rientrano nei loro compiti. Niente di niente.

Del resto sapete dove ha pronunciato tutto questo Brunetta? Alla tavola rotonda “Procurement pubblico del digitale per la trasformazione del Paese”, promossa da Anitec-Assinform, la branca di Confindustria che raccoglie le imprese del comparto tecnologie per l’informazione. Vedi a volte il caso.

Tutto questo nel Paese con 3 morti al giorno sul lavoro, con 600mila infortuni denunciati, con il lavoro nero che dilaga. Ora immaginate l’imprenditore che con gentilezza avrà modo di “mettere le carte a posto” prima di una qualsiasi ispezione. Che mondo fantastico, eh?

Buon martedì.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.