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Caro Signorini, nel mondo reale l’aborto è un diritto sancito dalla legge

Cosa accade se un programma che lucra sulla vita delle persone, condotto da uno che da una vita mangia rovistando tra le intimità personali ed esponendole al pubblico, deve furiosamente alzare gli ascolti? Esagera, esagera ancora, esagera sempre di più, perché l’immondizia televisiva ha una pancia sempre affamato a e delle fauci che si spalancano ogni giorno.

Così ieri Alfonso Signorini, uno che utilizza lo stesso registro morale per parlare delle flatulenze di un concorrente del Grande Fratello e per discettare di diritti civili, ci ha fatto sapere di essere contro l’aborto, un diritto inalienabile che è stato conquistato sulla pelle delle donne e con una battaglia politica e sociale che a Signorini converrebbe ripassare nelle pause in sala trucco.

Ha fatto di più, Signorini: stizzito e schizzinoso durante la diretta di una trasmissione in prima serata seguita da milioni di persone (un pubblico molto trasversale per età e per formazione culturale) ci ha fatto sapere che “loro” sono contro “qualsiasi forma di aborto, anche dei cani”.

La frase di Signorini è curiosa perché riesce in una manciata di parole a commettere un’imponente serie di errori, roba da fisica nucleare. 

Innanzitutto sarebbe curioso sapere se Signorini sia consapevole che fuori dal suo studio esista un mondo reale in cui l’aborto è un diritto sancito dalla legge, se sa che là fuori ci sono donne che grazie a questa legge si sono salvate la vita scampando ad aborti clandestini compiuti con ferri da calza in qualche retrobottega.

Chissà se a Signorini qualcuno abbia mai comunicato che quella legge è stata votata dal 68% delle persone e che ancora oggi si combatte per non farsela sfilare di mano dai tanti Signorini sparsi in Parlamento e per farla rispettare in mezzo a questa selva di medici obiettori (Signorini sa che in Molise una legge dello Stato viene praticata solo allOspedale Cardarelli di Campobasso?). A proposito di aborto “in ogni sua forma, anche quello dei cani” di cui parla Signorini: perché non va a farsi un giro in Polonia per toccare con mano cosa sia un aborto terapeutico, un aborto dopo una violenza sessuale o altro?

C’è poi un altro aspetto fondamentale: chi sarebbero quei “noi” a nome di cui Signorini parla? Sono le reti Mediaset? Sono i suoi concorrenti (che sono rimasti servilmente in silenzio per non rovinare lo spettacolo e per non rischiare di apparire degli intellettuali occupandosi di qualcosa in più del loro prossimo gioco nella casa)?

Sarebbe curioso sapere come possa accadere che un conduttore possa sentirsi padrone di un’etica condivisa come se il suo programma di intrattenimento fosse davvero un prodotto che possa aspirare ad avere un ruolo nell’etica pubblica. Chi rappresenta Signorini? L’associazione dei cattolici misogini razzisti che lucrano sulle vite degli altri? 

Tanto alla fine vedrete che non accadrà nulla. Non ci saranno scuse pubbliche del conduttore, non ci sarà un alito da parte dei concorrenti, non ci sarà un moto dagli ospiti del programma, Mediaset è troppo impegnata a controllare il fatturato dei propri clienti per occuparsi anche di diritti, certo giornalismo addirittura fomenterà questo nuovo idolo che parla da un pulpito così comodo e così deresponsabilizzante.

Intanto anche ieri, ancora una volta, si è fatto audience sul corpo delle donne. Bravi così, bravi tutti.

L’articolo originale scritto per TPI è qui