Tanto tuonò che piovve, merda. Il ddl Zan si è appena disintegrato grazie ai voti dei nuovi centristi progressisti moderati sauditi con buona pace di chi davvero ha creduto che ci fosse una reale volontà politica o anche solo appena appena un barlume di idea intorno a una legge che avrebbe potuto fare esistere persone invisibili che continueranno a essere invisibili ancora.
Il ddl Zan si polverizza al Senato perché Italia Viva deve offrire qualcosa in cambio al centrodestra dove ha bussato per prendere una stanza in subaffitto (cominciando in Sicilia con Micciché dove Forza Italia Viva finalmente esiste e non è più solo un profumo). Il ddl Zan esce liquefatto dal Senato perché Silvio Berlusconi che più invecchia e più ostinatamente si ama ha creduto alla favola del gatto e la volpe, Salvini e Meloni, mentre gli promettevano che lo appoggeranno alla presidenza della Repubblica chiedendogli in cambio di smoderarsi per non farli apparire troppo stupidi.
Il ddl Zan si incarta al Senato perché siamo un Paese così, dove basta paventare l’idea che loro figlio possa avere voglia di iscriversi a pattinaggio artistico per terrorizzare le famigliole conservatrici che inorridiscono davanti a un maschio soprano.
Il ddl Zan muore oggi perché certa stampa proprio non riesce a contenersi dal rotolarsi nel fango con notizie false e allarmi (inesistenti) strumentali per vendere qualche copia in più. E il ddl Zan è stato un genere letterario come non si vedeva dai tempi dei terroni e dei marocchini, dove si sono buttati anche quelli che di solito ci tengono a non sgualcirsi i polsini.
Il ddl Zan si è appena disintegrato perché hanno rivenduto come “trattativa” dei miseri calcoli politici. E ogni volta che qualcuno usa una legge per trattare altre cose sue deve semplicemente ingegnarsi a rendere complicato ciò che è e estremamente semplice.
Il ddl Zan è stato affossato perché in fondo l’anima oscurantista è il vero intergruppo con larga maggioranza in Parlamento: sono quelli che ogni volta si proclamano progressisti e poi votano con la Lega e Fratelli d’Italia sui diritti civili, senza nemmeno accorgersene.
Il ddl Zan muore perché c’è un partito che l’ha votato alla Camera e poi ha cambiato idea e in tutti questi mesi non ci ha spiegato esattamente il perché. Non ci ha spiegato perché la stessa legge che andava bene alla Camera poi non debba andare bene al Senato. Chissà.
Il ddl Zan muore perché perfino alcuni editorialisti che si autodefiniscono progressisti insistono nello scrivere che sarebbero mancati i voti nel centrosinistra quando invece il soggetto della frase dovrebbe essere quel partito di centrocentrocentrodestra.
Il ddl Zan non si farà perché siamo un Paese che guarda all’Europa quando ci serve per togliere tutele e diritti ai lavoratori ma poi guardiamo solo a casa nostra quando si tratta di allinearsi con i diritti che sono già legge negli altri Paesi europei.
Il ddl Zan si incarta perché quando pestano un gay o un trans in fondo se l’è cercata anche lui, poteva essere normale e non gli sarebbe successo niente. La pensano così anche se non hanno il coraggio di dirlo.
Il ddl Zan si polverizza perché gente che in modo molto macho sfoggia la propria sessualità e la propria identità di genere è terrorizzata che qualcuno possa, per conto suo, avere altri orientamenti. Sapete perché ne hanno paura? Perché sono gli stessi che hanno bisogno di nascondere sotto la sabbia i temi che non sono in grado di affrontare.
Il ddl Zan si spegne perché se si certifica che odiare qualcuno per il suo orientamento sessuale è una sconcezza si tagliano metà delle dichiarazioni che finiscono sui giornali di esponenti politici che sono semplicemente dei provocatori disgustosi.
Ben fatto. Applausi.