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Sì, è un reato

Eric Zemmour è il presunto giornalista, che sarebbe più corretto definire banalmente “polemista”, che in Francia si è candidato per l’estrema destra, creando non pochi grattacapi a Marine Le Pen che vede a rischio i suoi voti più estremisti. È uno di quelli che si definisce né di destra né di sinistra (sono quasi tutti di destra quelli che dicono così) e che finge di essere un uomo che arriva dal popolo nonostante alle sue spalle ci sia il miliardario Vincent Bolloré con la sua rete televisiva CNews.

Zemmour usa la solita strategia: sovranismo spinto, nazionalismo che sfocia nella xenofobia, difesa dei confini e la rivendicazione di una “purezza” francese che andrebbe preservata. Non male tra l’altro per un giornalista di origine ebraico-berbero algerina.

Dopo un primo exploit nei sondaggi Zemmour ora sta precipitosamente calando e per provare a recuperare qualche voto non può fare altro che solleticare gli istinti più bassi dei suoi potenziali elettori. Durante una trasmissione televisiva aveva bollato i profughi minori non accompagnati come «ladri», «assassini» e «stupratori». Lo so, sono scene che qui vediamo spesso. Solo che in Francia la legge conta qualcosa e quindi Zemmour è stato condannato a una multa di 10mila euro per istigazione all’odio razziale.

«Non hanno niente da fare qui, sono ladri, sono assassini, sono stupratori, ecco cosa sono; bisogna rimandarli indietro e fare in modo che non vengano», aveva detto Zemmour, che è stato citato in giudizio da una trentina di associazioni che si occupano di diritti civili e di immigrazione. Anche il direttore della rete televisiva CNews, giudicato assieme a Zemmour, dovrà pagare 5mila euro di multa. CNews è un’emittente di estrema destra che spesso è definita la “Fox News” francese.

Zemmour, tanto per fare capire lo spessore del candidato, qualche giorno fa ha proposto di separare gli alunni disabili dagli altri e di creare delle classi solo per loro. Sono parole, modi e espressione che la Storia ci avrebbe dovuto insegnare a riconoscere ma evidentemente in Europa (e qui da noi) funzionano ancora. Poi, per fortuna, c’è la legge.

Qualcuno (come l’avvocato del candidato francese) insiste nel definire queste affermazioni “libertà di espressione” e invece, anche se non se ne convincono, è un reato. A proposito: Zemmour sta anche crollando nei sondaggi. Perché la rabbia, l’odio e il razzismo difficilmente riescono a proporre progetti. Gli idoli dei razzisti rimangono nella storia per le loro rovinose cadute.

Buon martedì.

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