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La triste maretta contro Conte

Tocca tornare sul Movimento 5 stelle e sulla decisione del tribunale di Napoli di azzerare i vertici non tanto per loro, che come tutti i partiti vivono un momento convulso, ma per sottolineare la stolida reazione di quelli che da anni vorrebbero la distruzione del M5s come unico obiettivo politico e che da anni si rivendono come “diversi”, “seri”, e “non populisti”.

Matteo Renzi si spreme in un tweet che cola renzismo e scrive: «Il professor Conte ha scritto lo Statuto dei Cinque stelle con la stessa chiarezza con cui scriveva i Dpcm: il risultato è l’esplosione del Movimento. E questa volta non c’è stato nemmeno bisogno di combatterli: hanno fatto tutto da soli #StelleCadenti». Matteo Renzi dimostra di non saper leggere poiché l’ordinanza del Tribunale dice tutt’altro: lo Statuto era chiaro, ma i 5S non l’hanno applicato. Evidentemente distorcere la realtà non è un problema se torna utile per fare una battuta. Ma ancora più importante è che Renzi è lo stesso che ha sbagliato nel 2016 a scrivere il Codice degli appalti (corretto con 181 correzioni e 220 articoli), si è fatto sospendere dal Consiglio di Stato le norme attuative sulle banche popolari, si è fatto bocciare dalla Consulta la legge sulla Buona scuola, poi la legge Madia e poi quella che doveva essere “la legge elettorale più bella del mondo”, l’Italicum. Non male per uno che si atteggia da maestrino. Ma del resto la questione dei grillini torna utilissima per non parlare del suo milione di euro intascato dal regime dittatoriale saudita per fare il ragazzo immagine.

Carlo Calenda, quello che tutti i giorni ci insegna che bisogna essere seri, ieri twittava #cancelliamoli come un bambino in curva allo stadio. I liberali che auspicano la cancellazione degli altri sono una deforme variante tutta italiana. Una sua elettrice educatamente gli risponde: «Mi sento di dire, con grande tranquillità, che alla maggioranza degli iscritti ad Azione (me compresa) non piace questo linguaggio di pancia, che poco ha a che fare con una politica lontana dal populismo. Eppure saremo “qui” per questo». Calenda serafico le risponde: «Dici. Eppure lo usiamo dall’evento fondativo di Azione. I 5S hanno inquinato il dibattito politico italiano, preso in giro milioni di cittadini, distrutto politiche importanti da impresa 4.0 a Ilva, preso in giro gli operai etc etc. devono sparire politicamente». Da notare che un mese fa proprio Calenda riferendosi ai 5S si augurava «meno veti» e diceva che «non sono più un problema». Poi non è riuscito a trattenersi. A proposito di serietà e misura e soprattutto a proposito di politica fatta di contenuti che Calenda condensa in un hashtag.

Notevoli anche i garantisti, quelli che ogni volta lamentano l’intervento della magistratura sulla politica anche quando si tratta di un politico amico di una folta schiera di mafiosi e che invece oggi esultano per una magistratura che sospende i vertici di un partito. Garantisti con gli amici e manettari con i nemici.

A proposito di leggi: ieri Beppe Grillo ha dovuto ribadire che le sentenze si rispettano al partito che è nato proprio sull’onda delle sentenze. Almeno questo. E io aspetterei per esultare sulla scomparsa politica di Conte: la nuova votazione rischia di confermare il leader in modo ancora più largo e Conte potrebbe avere l’occasione per fortificarsi e liberarsi di Di Maio (la cui visione politica a quanto pare si ridurrebbe sull’abolizione dei due mandati per poter fare il terzo per un paio di volte) in un colpo solo.

Ieri scrivevamo che centrodestra e centrosinistra non stavano proprio benissimo ma ci eravamo dimenticati delle qualità del centro. Eccole qua.

Buon mercoledì.

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