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La guerra di Putin in Ucraina è un fallimento. Già settemila i morti russi. Più degli Usa in vent’anni di conflitto tra Iraq e Afghanistan

La stima parla di oltre 7.000 morti tra i militari russi in 20 giorni da quando il presidente russo Vladimir Putin ha . In tre settimane la Russia registra più perdite militari di quanto abbiano perso le truppe americane in 20 anni di guerra tra Iraq e Afghanistan messi insieme. Il numero è impressionante e sta diventando un serio problema sia per l’efficacia in combattimento delle unità russe.

In ambito militare si considera che un tasso di vittime del 10% per una singola unità comprometta seriamente le capacità di combattimento e con oltre 150mila soldati russi coinvolti, tenendo conto dei 14/21mila feriti circa, ci si sta avvicinando a quella cifra. Tra i funzionari del Pentagono circolano alcuni rapporti dell’intelligence che dicono come il morale dell’esercito russo sia sfibrato e si registrerebbero alcuni episodi di militari che parcheggiano i propri veicoli e si allontanano nei boschi, compiendo una vera e propria diserzione.

Inevitabilmente i numeri ufficiali sono estremamente diversi: l’Ucraina ha tutto l’interesse di tenere alti i propri numeri per sensibilizzare la comunità interazione (il loro ultimo bollettino parla di circa 13.500 militari persi) mentre dal governo di Mosca trapela un dato a cui non crede nessuno: 498, secondo Putin. Le immagini satellitari e un’attenta lettura delle immagini video di carri armati e truppe russe dipingono una realtà completamente diversa e anche fonti del Pentagono, del Regno Unito e russe confermano la stima.

Una cosa è certa: l’alto numero delle vittime spiega ampiamente perché la tanto decantata forza russa sia rimasta incagliata in una guerra che nei piani di Putin avrebbe dovuto risolversi in pochi giorni e che oggi appare invece sempre più difficile. Anche per questo, secondo alcuni analisti militari, Putin avrebbe dato il via a operazioni via terra per attaccare le città ucraine, gli edifici residenziali, gli ospedali e persino le scuole: camuffare la disfatta dell’esercito a terra è un’urgenza per la propaganda interna. I media russi, del resto, fin dall’inizio del conflitto hanno limitato le informazioni sulle vittime e hanno ridotto al minimo anche le immagini di distruzione di obiettivi civili.

Alla fine della scorsa settimana fonti di notizie russe hanno riferito che Putin avesser messo agli arresti domiciliari due dei suoi massimi funzionari dell’intelligence: secondo Andrei Soldatov, un esperto dei servizi di sicurezza russi, i funzionari, che gestiscono il Quinto Servizio del principale servizio di intelligence russo, l’Fsb, sono stati interrogati per aver fornito scarse informazioni prima dell’invasione.

Anche le notizie della morte di generali russi cominciano a trasparire, accennate perfino da Putin in un suo discorso alla nazione: sarebbero il Magg. Gen. Andrei Kolesnikov, un comandante del distretto militare orientale della Russia; il Mag. Gen. Vitaly Gerasimov, primo vice comandante della 41a armata combinata; e il Mag. Gen. Andrei Sukhovetsky, vice comandante della 41a armata combinata.

Mercoledì, funzionari ucraini hanno riferito che un quarto generale, il Magg. Gen. Oleg Mityaev, il comandante della 150a divisione di fucili a motore, era stato ucciso in combattimento. Putin non cambierà strategia, per ora, ma la situazione gli diventa ogni giorno più difficile.

(da La Notizia)