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Guerra in Ucraina, ecco la mappa dei crimini di Putin. Un mese di raid contro obiettivi civili e aree più popolate. Un documento stilato dalle Nazioni Unite inchioda lo zar

La propaganda russa insiste. Secondo le fonti vicine al Cremlino gli obiettivi civili non rientrerebbero nell’azione dell’esercito di Putin eppure ormai non ci crede più nessuno. L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani conferma 953 civili uccisi, inclusi almeno 78 bambini, ma tutti sono d’accordo che il bilancio reale della guerra in Ucraina è sensibilmente più alto.

Guerra in Ucraina, la Russia ha spostato i suoi attacchi verso le aree densamente popolate colpendo indiscriminatamente strutture civili

Con l’inizio dell’invasione sono cominciati attacchi aerei aggressivi contro edifici, aeroporti militari e centro governativi in Ucraina. Con il passare dei giorni la Russia ha spostato molti dei suoi attacchi verso le aree densamente popolate colpendo indiscriminatamente strutture civili. Sono scuole materne, uffici postali, musei, impianti sportivi e fabbriche praticamente cancellate, come si evince dalle immagini satellitari.

Le linee elettriche e del gas sono state interrotte, alcune stazioni ferroviarie sono state rase al suolo, alcuni ponti esplosi. Basti pensare che sono almeno 10 i luoghi di culto bersaglio delle armi russe, inclusa una chiesa ormai irriconoscibile a Malyn. Le immagini che arrivano dalle zone di guerra raccontano di civili ammazzati all’interno delle loro auto. Resti di un missile russo sono stati ritrovati perfino all’interno di uno zoo.

Il fuoco indistinto ha raso al suolo un autolavaggio a Baryshivka, a est di Kiev (e viene difficile che potesse avere una qualsiasi valenza strategica) mentre un raid a Mykolaiv ha colpito un magazzino di cipolle insieme a diversi quartieri residenziali. L’obitorio cittadino da giorni trabocca di cadaveri.

A Kharkiv è stata colpita la scuola, a Chernihiv non esiste praticamente più lo stadio, bus di linea sono stati colpiti a Novoiavoricsk e a Kiev. Anche a Stanytsia Luhanska la scuola ormai è inutilizzabile mentre a Chernihiv un hotel è rimasto sventrato dai missili. Nel quartiere di Hostomel, sempre nei pressi di Kiev, un negozio di alimentare è stato divorato dalle fiamme mentre dell’Ospedale di Melitopol abbiamo visto le immagini fare il giro del mondo.

Solo a Mariupol la scorsa settimana il bilancio stimato dal governo cittadino era di 2.400 persone, per si parlava di un totale che aveva superato le 3mila persone. Ma dare numeri è difficile: i morti rimangono intrappolati sotto le macerie, sepolti senza nome in fosse comune oppure rimangono stese per giorni in mezzo alla strada. Qui il teatro che era diventato rifugio per i civili è stato colpito duramente dagli aerei russi, nonostante la parola “bambini” fosse scritta a lettere giganti sul marciapiede da entrambi i lati dell’edificio, chiaramente visibile anche dal cielo (leggi l’articolo).

Una recente analisi delle immagini satellitari parla di almeno 391 edifici a Mariupol con evidenza di danni di cui almeno 69 sono strutture civili. Solo nella regione di Kharkiv (seconda città più grande dell’Ucraina) più di 60 scuole sono state danneggiate dopo gli incessanti bombardamenti. Ci sono stati almeno 62 attacchi confermati al personale sanitario e alle infrastrutture sanitarie, come ospedali e ambulanze, in Ucraina, secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questi hanno provocato almeno 15 morti e decine di feriti.

Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha aperto un’indagine formale su presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Anche la guerra ha le sue leggi: secondo il diritto umanitario internazionale infatti i combattenti e i comandanti dovrebbero adottare misure per ridurre al minimo i danni ai civili o agli “oggetti civili”, come case, edifici, altre infrastrutture o veicoli che non vengono utilizzati per scopi militari. In alcuni casi, dovrebbero avvertire gli occupanti prima di un attacco.

A seconda delle circostanze di un attacco, prendere di mira strutture civili o bombardare indiscriminatamente aree densamente popolate è una violazione della legge. Leila Sadat, professoressa di diritto internazionale alla Washington University di St. Louis e consulente speciale del procuratore della Corte penale internazionale dal 2012, ha affermato che il modello di attacchi diffusi che coinvolgono strutture civili dovrebbe essere seriamente indagato e ha ricordato che l’onere della prova per dimostrare che una struttura sia un obiettivo militare giustificato e che l’attacco sia stato proporzionato spetta alla Russia. Sostenere la presenza di “soldati nascosti” non basta. Putin deve inventarsi una bugia migliore.

(per La Notizia)