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Anche in guerra gli ultimi saranno sempre gli ultimi

Andrea Panico per Melting Pot Europa scrive un importante articolo sugli ultimi che rimangono ultimi soprattutto in tempo di guerra.

Come racconta Panico «in Ucraina il problema della disabilità alla nascita è particolarmente accentuato dal disastro nucleare di Chernobyl del 1986 che ha causato un forte avvelenamento dell’ambiente da radiazioni aumentando sensibilmente, tra le altre, l’incidenza delle forme di cancro e di disabilità fisiche e psichiche alla nascita Si stima che attualmente le persone affette da disabilità nel paese siano complessivamente 2,7 milioni, 261.000 con una disabilità intellettiva di cui 100.000 ufficialmente riconosciute. In Ucraina, secondo lo State Statistics Service, nel 2019 i minori con disabilità erano quasi 164.000. Molti di questi minori vivono in istituti di accoglienza, orfanotrofi, collegi e strutture psichiatriche già spesso vittime di sfruttamento sessuale, lavorativo e altri tipi di abusi. Ad oggi, solo pochissimi gli orfanotrofi evacuati, per un totale di circa 5.000 bambini».

Per queste persone non esiste attualmente safe passage strutturati e sicuri per uscire dal Paese, anche a causa del fatto che molte delle strutture di accoglienza, dove alcuni di loro sono accolti, si trovano in luoghi isolati da dove è più difficile organizzare spostamenti. Anche per chi vive nelle città, uscirne non è semplice. Se non si hanno dei parenti con una macchina, i mezzi di trasporto che il governo ha provveduto a mettere a disposizione sono sempre sovraffollati e impossibili da utilizzare per chi ha delle disabilità.

Come scrive l’Unhcr «le persone che vivono con disabilità, compresi i bambini, si trovano ad affrontare condizioni orribili crescenti. I centri di accoglienza a Kiev sono inaccessibili, con il risultato che le persone con disabilità sono costrette a rimanere a casa senza accesso alle informazioni, in attesa di un’opzione più sicura. Le persone con disabilità che vivono in istituti, già segregate dalle loro comunità, sono a maggior rischio di abbandono, dato che il personale stesso ha dovuto evacuare con le proprie famiglie».

L’abbiamo ripetuto in questi giorni: aiutare tutti, ma proprio tutti. Questo è il dovere.

Buon lunedì.

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