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Il raduno nazionale degli stupiti dalle molestie

Anche quest’anno, come ogni anno, durante il raduno nazionale degli Alpini si sono registrati casi di molestie nei confronti di donne, quest’anno siamo a Rimini, che misurano l’ottimo stato di salute del patriarcato giornalistico italiano.

Ogni anno si comincia con qualche donna che testimonia episodi avvenuti nei bar, per strada, e poi il fiume si ingrossa con altre voci che raccontano tutte la stessa storia: quando un branco di uomini con un tasso alcolico elevato che si sentono protetti dall’essere un gruppo (in questo caso perfino parte di un corpo in piena celebrazione) non riesce a trattenere gli istinti primordiali che vengono riversati sulla malcapitata di turno.

Dalle palpate, alle leccate sul collo, all’offerta del proprio membro come opportunità, anche quest’anno l’Italia scopre che il branco fa danni. Non è’ questione di Alpini, elettricisti o commercialisti: la fallocrazia come governo dei sogni appartiene a tutte le classi professionali e sociali. Semplicemente nel caso dell’annuale raduno degli Alpini questa dinamica finisce sotto gli occhi di tutti perché le città che ospitano l’evento sono inevitabilmente sotto gli occhi della stampa.

Quella che interessa è la dinamica che ogni anno si ripete: le prime che raccontano di molestie e abusi vengono trattate con sufficienza e fastidio, quando le testimonianze si moltiplicano si interviene dicendo subito «non sono tutti così» e infine quando la notizia non si può più ignorare i giornali si ritrovano loro malgrado costretti a dare la notizia.

Le notizie di oggi sono un esempio lampante di malafede. Si sottolinea il fatto che non ci siano denunce (eppure basterebbe leggere le testimonianze per rendersi conto che i titolari invitano le “ragazze” a non mostrarsi ostili, ovvero fingere di essere “a disposizione”). Si immagina un complotto mondiale contro gli Alpini (come se le donne che devono difendersi dagli uomini non abbiano problemi ben più larghi di una singola categoria) e infine arriva il cretino che esprime solidarietà al contrario.

Matteo Salvini (eccallà) scrive: «Viva gli Alpini, più forti di tutto e di tutti!». Forse sta intendendo viva gli Alpini che hanno sconfitto le donne. Direi che il quadro è completo. Ora si può aspettare serenamente la prossima adunata.

Buon martedì.

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