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Ambientalisti à la carte

Hanno deciso che dal 2035 saranno proibite le auto a benzina e diesel nell’Unione europea. Fin qui una buona notizia. Ma a Strasburgo si è consumata l’ennesima puntata della finzione ecologista dei governi bravi a sventolare buoni propositi e poco altro.

Sul piano Fit for 55, il testo base del Green Deal europeo, su 3 capitoli degli 8 al voto in questa plenaria sui 14 totali del «pacchetto clima» (che impegna la Ue a diminuire del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030 per arrivare alla neutralità Co2 nel 2050) l’Europarlamento ha bocciato – e rimandato in commissione Ambiente (Envi) per un nuovo negoziato – la riforma del mercato delle emissioni di Co2, con la conseguenza della sospensione del voto che doveva approvare la carbon tax alle frontiere esterne – la contropartita per far passare la riforma del permesso a inquinare – e il punto sull’istituzione del Fondo sociale per il clima, che dovrebbe compensare le difficoltà della transizione climatica per i meno abbienti.

Ora non se ne parla almeno fino a settembre. Ci sono consistenti segnalazioni delle pressioni delle lobby sui parlamentari europei avvenute nelle ultime settimane. Vista la bocciatura in Aula della riforma dell’Ets (Emissions trading system), la maggioranza ha deciso di rimandare altri due voti previsti per oggi sul pacchetto Fit for 55, quello sul fondo sociale per il clima e anche il voto finale sul Carbon Border Adjustment Mechanism, il “dazio climatico”. Entrambi sono stati rinviati in attesa che si raggiunga un accordo sulla riforma dell’Ets.

Dentro c’è anche un dato politico importante tutto italiano: della maggioranza (finta) che sostiene il governo Draghi la Lega ha votato contro, Fi a favore, M5s si è astenuto e 4 del Pd (che si è in maggioranza astenuto) hanno votato contro. Continuiamo a immaginare coalizioni future e maggioranze di governo senza tenere conto delle posizioni sul clima, come se fosse un aspetto secondario. Siamo immaturi su tutto: il fatto stesso che non ci interroghiamo sulle posizioni ambientali di un’eventuale alleanza politica dimostra che risparmio energetico, clima e cambiamento climatico siano considerati temi semplicemente emergenziali mentre pretendono visione e armonizzazione di tutte le politiche connesse (che sono quasi tutte).

Siamo ancora all’ambientalismo come vezzo, un punto da aggiungere al programma elettorale con distrazione. Stiamo messi così.

Buon giovedì.

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