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Il dovere di spiegare “come”

Nel Regno Unito l’Alta Corte ha “condannato” il governo a spiegare per filo e per segno come le sue politiche ambientali permetteranno di raggiungere gli obiettivi che si sono posti sulle emissioni.

La causa è stata intentata da alcuni gruppi ambientalisti (Friends of the Earth, ClientEarth e il Good Law Project) che hanno contestato la strategia del governo sui cambiamenti climatici sostenendo che non includesse le politiche che sarebbero servite per raggiungere l’obiettivo.

In una sentenza emessa lunedì sera, il giudice Holgate ha affermato che la strategia del governo manca di qualsiasi spiegazione o quantificazione di come i piani del governo avrebbero raggiunto l’obiettivo di emissioni e come tale non ha rispettato i suoi obblighi ai sensi del Climate change act (Cca) 2008. Il giudice ha anche scoperto che Greg Hands, il ministro dell’energia, ha firmato la strategia “net zero” nonostante non avesse le informazioni legalmente richieste su come sarebbero state abbattute le emissioni di combustibili fossili.

La sentenza è rivoluzionaria. Dice – al Regno Unito ma anche al resto del mondo – che la politica ha il dovere di spiegare “come” riuscirà a ottenere ciò che promette. Sancisce, finalmente, l’obbligo non solo morale di conoscere ciò di cui sta parlando ma anche l’obbligo legale di promettere solo dopo avere individuato una strategia fattibile e supportata dai numeri e dai fatti.

Sam Hunter Jones, avvocato di ClientEarth, ha dichiarato: «Questa decisione è un momento rivoluzionario nella lotta contro il ritardo climatico e l’inazione. Costringe il governo a mettere in atto piani climatici che affronteranno effettivamente la crisi».

Pensate, senza ricorrere ai tribunali, se anche i nostri politici (che con l’avvicinarsi delle elezioni sono prodighi come non mai di promesse) fossero incalzati su questo. Che poi, a ben vedere, la stampa dovrebbe fare anche questo. Dovrebbe.

Buon martedì.

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