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Berlusconi e una pillola al giorno. Continua il bestiario elettorale

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Ieri si è conclusa la prima stagione delle Calendiadi ma il bestiario elettorale continua a correre di gran lena.

PD CALENDA EST
La sintesi dell’accordo tra Calenda e Letta si può rubare a Lorenzo Zamponi che su twitter scrive: “Comunque, dopo aver visto che ha strappato a Enrico Letta un accordo che prevede la garanzia per Azione del 30% dei collegi uninominali (15 eletti presunti + il proporzionale), con il 5% dei voti, non so voglio Calenda ds della Fiorentina o segretario della Cgil.”

In sostanza Calenda ha creato un partito fatto in laboratorio, dalla scissione con il PD. Si è fatto prestare un simbolo per non raccogliere le firme. È tornato dal PD a trattare un rapporto di forza mai verificato dai voti e si è mangiato un 30% che nel PD non avrebbe mai avuto. Aggiotaggio politico.

ROSSI E VERDI, DI RABBIA
Ieri pomeriggio Enrico Letta, piuttosto soddisfatto, dice in sala stampa: “Come Pd abbiamo e continueremo la discussione sia programmatica, sia per la campagna elettorale, con altre liste, sono liste con cui abbiamo un rapporto fondamentale. C’è su questa una asimmetria nel rapporto fra Pd, Azione e Più Europa. Staremo insieme ma il rapporto che abbiamo con le altre liste lo consideriamo solido”.

Non fa in tempo a finire la frase che Verdi e Sinistra Italiana chiedono un incontro (che si terrà oggi): “Prendiamo atto dell’accordo bilaterale siglato dal Pd e da Azione/Più Europa – scrivono Bonelli e Fratoianni – . E’ un accordo che non ci riguarda e non ne condividiamo molte cose programmatiche, nel merito. Noi siamo impegnati a difendere la democrazia ma anche a dare una risposta all’emergenza climatica e poi va data una risposta molto forte sul piano sociale. Alla luce di tutto ciò chiediamo un incontro al Pd per verificare se ci sono le condizioni per andare avanti”. Tutto solidissimo, davvero.

UNA SOLITUDINE CHIAMATA CORAGGIO
Dice Renzi, ormai rimasto solo: “Abbiamo voluto Draghi al governo, soli contro tutti. Oggi non ci alleiamo con chi ha votato contro Draghi. Prima della convenienza viene la Politica. Quello che gli altri definiscono solitudine, noi lo chiamiamo coraggio”. Ha ragione: ci vuole coraggio per compiere il “capolavoro politico” (come lo chiamano i suoi) di fondare un partito nel settembre del 2019 e contarne le macerie a luglio di 3 anni dopo senza nemmeno la fatica di passare dalle elezioni.

KOMUNISTI!
Tra le reazioni più sbilenche sull’accordo Letta-Calenda c’è Gasparri che parla di “più tasse, legalizzazione delle droghe, cittadinanza facile per gli immigrati”, ripetendo il solito ritornello ma soprattutto c’è il meloniano (ex leghista) Gianluca Vinci che stentoreo ci dice: “Il PD non parla della libertà dei cittadini, rimangono comunisti”. Ma magari fossero comunisti, Vinci. Magari.

UN PILLOLA PER SILVIO
Silvio Berlusconi scatenato: “Ho registrato venti messaggi televisivi da mandare tutto agosto. Una pillola al giorno leva il medico di torno; una pillola del nostro programma al giorno dovrebbe levare di torno i signori della sinistra”. Passano gli anni ma siamo sempre lì: all’avanspettacolo politico.

IL PD IN SOCCORSO DI LUIGI
Letta salva Di Maio: “Nelle prossime liste elettorali il Partito Democratico offrirà diritto di tribuna in Parlamento ai leader dei diversi partiti e movimenti politici del centrosinistra che entreranno a far parte dell’alleanza elettorale”. Di Maio quindi si candiderà nelle liste del PD. Praticamente Letta è il suo navigator.

FAMIGLIA A MODO SUO
Guido Crosetto spiega la “famiglia tradizionale” secondo Fratelli d’Italia: “Non parliamo della famiglia sposata in chiesa e battezzata. Ma della famiglia come nucleo. Io sono separato, siamo una famiglia”. Quindi in sostanza ce l’hanno solo con i gay.

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