
Per fare chiarezza, perché almeno in nome del virus non ci si possa permettere di distorcere la realtà. Il problema del coronavirus, questo l’hanno capito anche quelli che faticano a capire, sono i posti letti che mancano in terapia intensiva per sostenere l’alto numero dei contagiati. E questo è un punto importante: non si agisce solo tenendo conto la propria preoccupazione e le proprie possibilità di contrarre il virus ma serve una responsabilità collettiva, che è un concetto complesso di questi tempi.
Però sui posti letto e sui mancati investimenti sulla sanità conviene fare un chiarimento perché se è vero che medici e infermieri stanno sbrigando un lavoro enorme con professionalità, impegno e trasporto è anche vero che suona piuttosto antipatico che qualcuno della classe dirigente si prenda meriti che meritano di rimanere circoscritti negli ospedali.
In base ai dati Eurostat e Ocse, tra il 2000 e il 2017 (che è l’ultimo disponibile) nel nostro Paese il numero dei posti letto pro capite negli ospedali è calato di circa il 30 per cento, arrivando a 3,2 ogni 1.000 abitanti, mentre la media dell’Unione europea è vicina a 5 ogni 1.000 abitanti. Tanto per capirsi in Europa siamo messi così: Germania (8/1.000), Bulgaria (7,5/1.000) e Austria (7,4/1.000)
E la terapia intensiva? Sono sempre i dati Eurostat a dircelo: anche in questo caso l’Italia, con 2,6 posti letto ogni 1.000 abitanti è sotto la media Ue (3,7/1.000), con il quinto dato più basso dell’Unione. Qui al primo posto c’erano la Bulgaria (6,2/1.000), la Germania (6/1.000) e la Lituania (5,5/1.000). Si tratta del confronto di posti letto per casi acuti (ovvero quelli non riabilitativi, non quelli di lunga degenza e non quelli per i neonati).
E i tagli alla sanità? Ogni anno gli aumenti alla sanità pubblica (che sono più bassi dell’inflazione) sono stati inferiori a quelli programmati. Parliamo degli ultimi dieci anni. La Fondazione Gimbe ha calcolato che i mancati aumenti del finanziamento Ssn a carico dello Stato hanno un valore pari a circa 37 miliardi di euro.
Giusto per chiarire.
Buon martedì.
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