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Giulio Cavalli

Il Nord che spreca e scialacqua all’ombra dell’ex deputato leghista: il caso Alessandria

Lo racconta Pubblico:

La lista degli sprechi del passato che ha contribuito a far fallire questo ex virtuoso comune del nord, fa invidia al peggior clientelismo italiano.
28 persone assunte dal comune per sistemare i computer che, a detta di un dirigente dell’attuale amministrazione, “se cambiassi ogni anno tutti i computer, sicuramente risparmierei un sacco di soldi” , oppure i 25mila euro spesi in penne da regalare agli ambasciatori che sarebbero venuti a far visita ad Alessandria, o ancora una mostra fotografica dal costo di 750 mila euro e , spettacolo nello spettacolo, 500 mila euro di rose comprate in Moldavia e trapiantate in tutta la città.

Il nord che lavura e non spreca,almeno questa era la litania leghista fino a pochi secondi fa, si trova oggi a dover fare i conti con un altra incredibile storia. Quella dell’ ex deputato del Carrocio, poi espulso, tal on. Maurizio Grassano (ex presidente del consiglio comunale di Alessandria, oggi animatore del gruppo parlamentare “popolo e territorio”) condannato dalla Corte dei conti a pagare al suo comune la cifra di 760 mila euro per danno patrimoniale.

L’onorevole responsabile, dopo la condanna in primo grado a 4 anni di carcere per truffa al comune di Alessandria, annuncia la sua intenzione a ricandidarsi: “se il partito me lo chiederà di certo non mi tirerò indietro! “. Premesso che Grassano è innocente fino a sentenza passata in giudicato, ma c’è davvero bisogno anche di lui in parlamento?

Fallire per le proprie accuse lanciate tutte le sere contro il sud. A nord. Il contrappasso leghista.

Parte ‘Pubblico’

Pubblico è nato.

Lo ha spiegato il direttore, Luca Telese: sarà il giornale dell’Italia del lavoro e della dignità, “degli ultimi e dei primi”, il quotidiano dei tanti eroi civili che popolano il nostro paese: i minatori del Sulcis e le maestre precarie di Torino; i ragazzi schiacciati dalla precarietà e le generazioni nate nel boom che lottano per difendere i propri diritti.

Non solo, naturalmente. Sarà anche il giornale del coraggio, “un’agenzia di rating per il talento”, uno spazio per “gli orfani” della sinistra che cercano una sua strada per affrontare il terzo millennio e, come ha spiegato anche Federico Mello, che si occuperà del sito, un contenitore del “fermento” e della passione che sulle gambe di tanti cittadini attraversa la penisola.

Buona strada.

“La mafia è nei nostri consigli comunali”

Articolo de l’inform@zione. Mensile dell’alto milanese, di Silvia Bellezza:

FAGNANO: GIULIO CAVALLI ALLA FESTA DI SEL

FAGNANO OLONA – Festa provinciale di Sel (Sinistra Ecologia Libertà) a Fagnano Olona. Ospite della tre giorni all’area di via De Amicis, il Consigliere regionale Giulio Cavalli che ha parlato di legalità, mafia e n’drangheta in Lombardia, insieme a Massimo Brugnone, coordinatore regionale di Ammazzateci Tutti.
“Non accetto che si dica che in Lombardia la mafia è nata negli ultimi anni – ha esordito Cavalli – il vero problema è che la criminalità organizzata attecchisce qui da noi perché siamo poco abituati ad allenare il muscolo della curiosità: abbiamo perso soprattutto la capacità di essere popolari, di accendere l’appetito in tutte quelle persone ancora convinte che la mafia sia un fenomeno esotico, da ricercare al di fuori della nostra regione.
Questo è il frutto che un ventennio di federalismo ha instillato nel nostro territorio. Siamo in un paese in cui la mafia è riuscita ad infiltrarsi nei nostri consigli comunali e ad alfabetizzarsi molto più di noi all’interno delle nostre aule. Se la criminalità organizzata diventa più forte della politica, va sconfitta con l’ultrapolitica”.
E ha concluso: “Dobbiamo pretendere che quando la politica fa affari con l’iniziativa privata ci debba delle spiegazioni. Vinceremo solo se saremo in grado di costruire chiavi collettive”.
Il resto dell’articolo qui.

 

Metti un martedì sera a parlare di mafie su Milano

E in giro per il mondo. Con Francesco Forgione, Raffaella Calandra, Giuseppe Gennari, Giuliano Pisapia e ci sono anch’io. Alle 20 al Carroponte di Sesto San Giovanni per la festa provinciale di SEL Milano.

Qui il programma della festa.

Non ci fermiamo, eh.

#legge40 nel nostro piccolo, un segnale dalla Lombardia

Il paventato ricorso del Governo contro la sentenza della Corte Europea sulla legge 40 è un atto politico che lede lo spirito laico delle istituzioni sancito dalla Costituzione e, ancor di più, la libertà delle donne. Ne avevamo parlato qui e riteniamo doveroso operare, ognuno nel proprio ambito, per affermare con forza questa posizione. L’integralismo sulla pelle delle donne è una pratica non solo contraria ai nostri princìpi ma fuori luogo per un governo legittimato dall’urgenza piuttosto che dalla politica. Però scriverne non basta e, visto che abbiamo l’onore di rappresentare una parte di cittadini nel (desolante) Consiglio Regionale della Lombardia ecco la mozione che proporremo come urgente nella seduta di giovedì 6 settembre:

MOZIONE IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

PREMESSO CHE

la Corte europea dei diritti umani (sentenza 28 Agosto 2012) ha bocciato la legge 19 Febbraio 2004, n. 40 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita) nella parte in cui vieta a una coppia fertile ma portatrice sana di fibrosi cistica l’accesso alla diagnosi preimpianto degli embrioni;

PREMESSO INOLTRE CHE

i giudici della Corte di Strasburgo hanno stabilito che la legge 40/2004 ha violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare di Rosetta Costa e Walter Pavan, una coppia che desiderava utilizzare la tecnologia riproduttiva e assistita per avere un bambino senza che il feto venisse trovato affetto da fibrosi cistica;

CONSIDERATO CHE

è opportuna una modifica della legge 40/2004 affinché si possa avere una regolamentazione della riproduzione medicalmente assistita in linea con i parametri europei ma, soprattutto, con il rispetto e la tutela dei diritti umani;

INVITA

il Governo a non ricorrere contro la sentenza 28 Agosto 2012 della Corte europea dei diritti umani, ma ad adoperarsi per una concreta e radicale modifica della legge 40/2004 al fine di giungere ad una legislazione in linea con le disposizioni europee e il rispetto dei diritti umani

Milano, 3 settembre 2012 

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

 

Non c’è bisogno di grandi uomini

«non c’è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie: la buona fede, la serietà e l’impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l’essere un buon affare.» (Piero Calamandrei)

Uccidere l’antimafia

Per avere un termine di paragone, basti pensare che nel 2001 erano iscritti a bilancio della Dia 28 milioni di euro. Ci si credeva, era la creatura di Giovanni Falcone, che per primo comprese l’importanza di avere un’unica struttura (polizia, carabinieri e finanza) per affiancare i magistrati impegnati nella lotta alla mafia. E invece oggi non solo il personale è sotto-dimensionato (mancano circa 200 unità), si creano gruppi interforze ad hoc per il controllo degli appalti (quando la Dia ha già, al suo interno, un Osservatorio centrale sugli appalti), e si decurta il Tea, ma quello stesso Tea non viene neanche pagato: sul Viminale pesa un ricorso presentato da 500 tra ufficiali e sottufficiali che non si sono visti corrispondere, come del resto tutti gli altri colleghi, l’indennità dal novembre 2011.

Lo scrive Il Fatto Quotidiano. La chirurgica, lenta ma continua distruzione della DIA prosegue senza intoppi e sopravvive ai cambi di governo. Ora è l’azione del Governo Monti. Se l’avesse fatto qualcun altro avremmo gridato allo scandalo. Saremmo scesi in piazza. Ecco. Facciamolo.

Se una legge elettorale decide le alleanze

Non ci sta bene la mancata possibilità di scegliere i propri rappresentanti. L’abbiamo detto, lo dicono in tanti, l’abbiamo ripetuto in assemblea nazionale e l’abbiamo scritto di continuo. Anche qui, su questo blog. Forse perché detestiamo il servilismo che oggi è la qualità che naturalmente garantisce le posizioni politiche all’interno del proprio partito e, soprattutto, perché non esiste meritocrazia senza avere prima disarticolato la ricattabilità (anche sociale, senza bisogno di stare sul penale) che sta tra i dirigenti che compilano le liste e i candidati. Con Non Mi Fermo ne abbiamo fatto una battaglia culturale, prima che politica.

L’ipotesi di legge elettorale di cui si parla da giorni è immonda ma è anche vincolante dal punto di vista politico: l’ammucchiata è l’unica via percorribile per governare. Lo dice oggi anche uno studio di IPR MarketingDopo la grande coalizione, ancora grande coalizione. Sarebbe questa l’unica formula in grado di garantire oltre 400 deputati a sostegno di un nuovo governo. Lo sostiene Ipr Marketing, che ha simulato lo scenario post-voto se andremo a votare con la legge elettorale su cui sembra ci sia un accordo tra i maggiori partiti. Una maggioranza più debole, invece, sarebbe quella ottenuta da un’alleanza di centro sinistra con Pd, Sel e Udc: circa 360 deputati.

E alla fine diranno che sì, ci sono incompatibilità politiche, ma conta la governabilità. Che fa rima con austerità e responsabilità. Che l’Europa e la crisi non permettono un governo sul filo dei numeri e che il momento storico ci chiede di stare tutti insieme.

Dopo il governo tecnico una legge elettorale che sospenda le differenze, la dialettica e la risoluzione in aula dei conflitti sociali: una legge elettorale che sospende la politica. Ancora.

Obiettivo #30elode

Una petizione che vale come impegno di #salvaiciclisti. Si può firmare qui.

Secondo i dati INAIL, ogni giorno 57 pedoni sono coinvolti in incidenti stradali 2 dei quali perdono la vita; di questi il 35% viene investito sulle strisce pedonali. In totale fanno 730 pedoni morti all’anno.

Un pedone può essere ucciso dall’imprudenza, dalla disattenzione, dalla non curanza, in ogni caso dall’eccessiva velocità . Per rendersene conto basta pensare che investire una persona a 50, a 75 o a 100 km/h equivale a spingerla giù dal balcone del terzo, del settimo o del tredicesimo piano di un palazzo. Le possibilità di sopravvivenza ad un impatto di questo tipo non serve neppure calcolarle.

7.625 pedoni e 2.665 ciclisti uccisi in 10 anni sulle strade italiane sono un tributo troppo alto da pagare per l’ebbrezza della velocità ed è per questo che chiediamo che venga immediatamente introdotto il limite di velocità massimo di 30 KM/H in tutte le aree residenziali d’Italia, con eccezione delle arterie a scorrimento veloce.

Si stima che ridurre di un solo chilometro orario la velocità media nel nostro Paese farebbe diminuire la mortalità stradale del quattro per cento. Ridurre la velocità media di 20 km/h significa dimezzare i decessi sulla strada.
In cambio dovremo rinunciare alle brusche accelerazioni in città e a circa il 3% del nostro tempo di percorrenza.

Chiediamo solo di poter attraversare la strada ed essere sicuri di arrivare sani e salvi dall’altra parte. Non chiediamo troppo, vero?

Puoi supportare questa petizione anche via twitter usando l’hashtag #30elode

Per maggiori informazioni sulle ragioni tecniche alla base di questa petizione, puoi scaricare un breve sunto della letteratura scientifica disponibile e di alcune esperienze di riferimento.